Lynx, il brand britannico conosciuto in Italia come Axe, sdogana l'immagine classica dell'uomo e porta alla luce i dubbi e le domande che i ragazzi pongono a Google.
Con l'agenzia 72andSunny, il famoso brand lancia la campagna #isitokforguys per dire basta agli stereotipi e contribuire alla creazione di un'identità libera da schemi ed etichette.
Il messaggio è chiaro: basta con i limiti e le restrizioni su come bisogna essere.
Troppi ragazzi crescono con un'idea di come un vero uomo debba mostrarsi al mondo, che li porta a situazioni di depressione e bullismo. L'obiettivo di Lynx è quello di spazzare via il peso di questi ideali vecchi e pesanti, che opprimono i ragazzi e li fanno sentire inadatti.
Dopo anni di comunicazione incentrata sulla virilità intesa alla vecchia maniera, il marchio conferma di voler cambiare rotta e aggiunge questa campagna a quella dell'anno scorso (#findyourmagic). Vi ricorda qualcosa? Se state pensando a Dove, siete sulla strada giusta: Unilever ha infatti esteso la comunicazione sulla vera bellezza e l'accettazione di sé (#WeAreBeautiful) anche al mondo maschile.
Come Lynx sviluppa la campagna #isitokforguys
La campagna di Lynx si basa sulla domanda aperta "è ok per i ragazzi...?" e sulle relative variabili che, insieme alle risposte, sono veicolate da alcuni video da una sito dedicato.
Nel video del pugile Anthony Joshua ad esempio, si dà voce ai dubbi che i ragazzi affidano a Google per affermare la propria identità. È ok piangere, non amare gli sport, essere magri, essere nervosi? Le risposte vengono sia dai social che da video in cui lo stesso Anthony Joshua o Josh Franceschi condividono il loro parere su questi temi.
Sul sito è possibile trovare il video, le domande più frequenti e le risposte. Si tratta di una pagina molto interattiva, pensata per comunicare apertamente e mettere i ragazzi nella condizione di non sentirsi soli davanti a dubbi forti e decisivi per la formazione della loro personalità.
La missione di Lynx è combattere gli schemi della società che intrappolano la personalità dei ragazzi e dire in modo diretto che non ci sono limiti ed etichette.
Nel rispondere alla domanda "is it ok for guys...?" il brand vuole dire che sì, è ok se è quello che sei davvero perché non esiste giusto o sbagliato: esisti tu.
Riuscirà questa campagna a farsi spazio tra i vecchi stereotipi e a liberare i ragazzi dall'idea di essere un uomo e trasformarla nell'essere se stessi?