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  • Intelligenze Artificiali: robot cassieri, camerieri e… creativi

    Insieme a Flazio abbiamo provato a rispondere ad una delle domande più scottanti del momento: perché l'innovazione tecnologica nel lavoro ci spaventa tanto?

    17 Maggio 2017

    Anche quella mattina il giovane Ned si svegliò in un bagno di sudore, ancora gli stessi incubi, tutte le notti. “God damn it!” esclamò asciugandosi la fronte; quei mostri non lo lasciavano riposare tranquillo e lui aveva bisogno di essere in forze, per lavorare duramente ogni giorno, spesso di notte. Nel suo paese, l’Inghilterra, si andava imponendo il nuovo capitalismo agrario e molti lavoratori erano rimasti senza punti di riferimento. C’era sempre molta confusione tra le viuzze sudicie e maleodoranti dei boroughs: le spinte illuministiche che incoraggiavano l’uomo a prendersi il suo giusto spazio nell’universo avevano monopolizzato le conversazioni. Perfino i mendicanti citavano Kant, mostrando le piaghe nell’atto di tendere la mano. Mentre noi pezzenti blateriamo di sciocchezze – borbottava pensando il giovane inglese – stiamo perdendo il lavoro e abbiamo fame! La Regina, God Bless The Queen, dovrebbe garantire a noi sudditi la sopravvivenza, le vivande minime e le cure necessarie per vivere con dignità! L’età dei lumi, la chiamano, ma il futuro sembra sempre più oscuro. Si sentiva stanco: ogni notte quelle malefiche diavolerie meccaniche prendevano vita e lo assalivano nella tranquillità del sonno, intrecciando la vita di oggi con le paure di domani. Le cose non andavano granché bene per la famiglia di Ned, sua madre e le sorelline di 11 e 13 anni riuscivano a lavorare sempre meno. Le campagne si erano rapidamente svuotate: vivere così isolati era scomodo e pericoloso da quando la maggior parte dei fattori si era trasferita a Manchester e Birmingham. La famiglia di Ned era sempre stata indigente, d’altra parte nessuno era ricco, nessuno che avesse mai conosciuto e neppure visto in viso. Però, quando vivevano in campagna, nessuno aveva mai fame. In città le tasche erano vuote, gli scellini sempre meno, la dispensa desolata. Da lì a pochi anni mostruosi puledri meccanici avrebbero divorato distanze immense con muscoli d’acciaio, sbuffando nervosamente e tessendo una tela di ferro per tutto il Regno. Mai gli sarebbe stato possibile immaginare l’enorme impatto che la rivoluzione industriale stava preparando per l’umanità intera. Un impatto forte quanto inevitabile. E doloroso. Era la fine del XVIII secolo e Ned non era ancora diventato l’eroe della sua gente, il mitico Generale Ludd, uomo simbolo e bandiera dei Luddisti e incarnazione del movimento operaio, quando la distruzione dei macchinari era una diffusa forma di protesta. Ned Ludd non è mai esistito ma tante leggende lo dipingono in posa plastica, intento a distruggere platealmente uno dei primi esemplari di telaio meccanico: il macchinario mostruoso che stava rubando il lavoro a tutti. Ancora più coraggioso di Icaro, più sicuro di sé di Davide davanti a Golia, una mattina del 1779, osannato dalla folla, Ned Ludd tentò di distruggere l’innovazione che, più veloce di qualunque locomotiva, avrebbe portato l’uomo fino alle profondità spazio solo qualche decennio dopo. Per quanta empatia si possa provare per Ned, è anche vero che nessuno di noi indossa un capo tessuto a mano: il Generale Ludd ha miseramente fallito. In poco tempo, il processo di industrializzazione avrebbe consentito la produzione di massa di oggetti omogenei e le opportunità commerciali degli scambi su rotaia aprivano, letteralmente, nuovi orizzonti: l’uomo, per la prima volta da quando aveva addomesticato gli equini, poteva percorrere molto più spazio in molto meno tempo. Quel salto tecnologico, lo stesso che conduce alle tecnologie che utilizziamo oggi, ha permesso di cambiare prospettiva e vedere il mondo un pizzico più piccolo, nella sua intera grandezza.

    Perché l’innovazione tecnologica nel lavoro ci spaventa tanto?

    Perché questo lungo racconto, ti starai chiedendo. Cosa c’entra con le AI? Con una rapida ricerca su Google è semplice rendersi conto di come il problema della progressiva sostituzione degli operai destinati a mansioni meccaniche con l’automazione venga trattato, senza nessuna iperbole, alla stregua delle previsioni di Nostradamus. Si può realisticamente pensare che, nel giro di un paio di decadi, la maggior parte dei lavori faticosi, monotoni o non gratificanti verranno sostituiti da hardware e software? Sì, è abbastanza realistico. Il vero trauma nell’impatto dell’innovazione sulle società è che queste non sono mai intrinsicamente pronte (che innovazione sarebbe, altrimenti?). Il contesto sociale si forma e si costruisce sulle tecnologie disponibili, si modella sulle possibilità fruibili. L’adattamento è quindi sempre successivo all’introduzione dell’elemento innovativo perché è sugli squilibri che questa successione manifesta che si modellano le tecnologie del domani. Certamente il principio di precauzionalità (o principio di precauzione) ci impone di considerare i rischi derivanti dall’introduzione di alcune tecnologie e l’irreversibilità di alcune scelte, ma se ci sforziamo di considerare la tecnologia come elemento pervasivo della storia umana è facile rendersi conto che da quando abbiamo imparato a maneggiare il fuoco qualcosa è cambiato. Introducendo l’innovazione della cottura del cibo, l’uomo ha dimezzato i tempi e le risorse necessari alla digestione, diventando, a tutti gli effetti, più performante.

    Intelligenze Artificiali: ci “ruberanno” davvero il lavoro?

    Alcuni temono l’automazione del lavoro più di altri. I cosiddetti creativi si sentono più al sicuro: è probabile che alcune capacità qualificanti dell’essere umano non siano così velocemente replicabili dalle attuali Intelligenze Artificiali. Amare, sognare, immaginare: sono ancora prerogative esclusive della nostra complessissima macchina organica, con tutti i limiti tecnici che essere vivi comporta. Legislación_Tecnologica_IA Se è vero che la conquista degli spazi aperti sarà possibile solo con la smaterializzazione dell’essere umano in codice binario, gli scenari lavorativi attuali mostrano tutti i segnali di un gap fortissimo tra applicazione delle nuove tecnologie nelle aziende e adeguamento delle normative e del welfare. Quello che accadrà di certo, è che un giorno le AI saranno perfettamente in grado di compilare questo post, più velocemente, con riferimenti più accurati e una compilazione SEO perfetta. Ti viene difficile crederlo possibile? L’automazione non investirà soltanto l’industria e le catene di montaggio ma rivoluzionerà dalle basi il concetto stesso di lavoro, per condurlo ad una dimensione più creativa e meno “sacrificale”. Su questi spunti ho fatto qualche domanda al CEO di Flazio, una piattaforma che permette di costruire siti senza particolari competenze informatiche. Il nuovo servizio lanciato dalla startup siciliana permette di caricare l’intera struttura di un sito web realizzato su livelli con Photoshop e ritrovarselo funzionante, già online. Lo lascerò spiegare a Flavio Fazio con più precisione. Non credo che questo tipo di feature possa sostituire il lavoro altamente professionale dell’accoppiata grafico-webmaster, ma avvicina all’indispensabile presenza online anche chi, per competenze o budget, difficilmente riuscirebbe a fruire di un prodotto professionale. Per questo lo considero un prodotto molto inclusivo, ma non credo dovremmo andarlo a distruggere in piazza come una minaccia: le professionalità e le professioni legate al digitale si sono moltiplicate generando una buona dose di improvvisati e wannabe; anche grazie alla versatilità dei CMS, le intelligenze artificiali ci permettono di costruire ottimi prodotti senza alcuna competenza specifica. Già, quelli bravi non siamo esattamente noi. Ma è possibile prevedere se questo genere di servizi automatizzati colpirà con la forza di un treno a levitazione magnetica le nostre sicurezze? TeamFlazio

    Photoshop to Website: di che si tratta?

    Personalmente lo ritengo il sogno di tutti i Designer, che progettano mockup su Photoshop, Illustrator o Sketch e che spesso vedono la propria idea implementata con poca precisione in Html, Css e Javascript. Adesso, trasformare un file di photoshop in un sito web in tre clic è finalmente possibile. Per sviluppare questa funzionalità è stato necessario il sacrificio di tanti capelli sulla scrivania e tante notti insonni per tutto il Flazio Team, ma alla fine siamo riusciti a creare un sistema che trasforma fedelmente un progetto, semplicemente disegnato su Photoshop, in un Sito Web vero e proprio, completo di tutto, online e interattivo. Un’impresa che prima di noi, in molti hanno provato a realizzare. Siamo riusciti ad ottenere un grado di fedeltà prossimo al 100% e continueremo ad investire risorse ed energie su questa innovativa funzionalità che rappresenta una svolta nel modo di costruire siti web. Lo scopo di questo strumento è quello di permettere ai designer di concentrarsi sul lavoro più importante: il disegno “puro” del sito, la parte creativa finalmente liberata da tecnicismi e complessità che rendono il lavoro di pubblicazione online, lungo e complesso. Tutto questo fa parte di una strategia più ampia volta a semplificare tutti i processi necessari alla costruzione di un sito web, e che non si limita a questa specifica funzionalità. flazio photoshop to website

    State semplificando il lavoro dei webdesigner o li indirizzate verso la disoccupazione?

    Da sempre l’uomo velocizza e standardizza i processi ripetitivi. La piattaforma permette di concentrarsi sulla creatività, che costituisce il reale valore aggiunto effettivamente percepibile dal cliente: creare siti web in minor tempo e riduce la possibilità di bug. Penso che per molti anni a venire, gli algoritmi affiancheranno efficacemente chi lavora nel web, ma non saranno in grado di sostituirli. Ciò che stiamo sviluppando aiuterà a semplificare e ad ottimizzare i tempi del tipico processo creativo. Ammettiamolo: il Designer ha una vita dura fatta di stesura di preventivi e riunioni, progettazione, testing e debug e tutti questi processi richiedono molto tempo. Lo sappiamo tutti che il tempo è denaro e non tutti i progetti poggiano su budget da grande agenzia. Buona parte delle operazioni che un Web Designer è tenuto a fare per la realizzazione di un sito sono spesso noiose e ripetitive, e anche una piccola distrazione può essere causa dei bug più insidiosi. Standardizzare queste azioni noiose e ripetitive lascia alla creatività tutto lo spazio che merita.

    Cosa distingue il sistema di Flazio dai competitor? Che valore avete in più?

    Se devo essere sintetico, la versatilità. Flazio è estremamente flessibile e lascia al creativo la libertà di disegnare il layout che ha immaginato per il cliente. Talmente facile che ogni tanto ci divertiamo a ri-creare in pochi minuti siti web famosi e particolarmente complessi con pochi click. Ora che la User Experience trova il suo giusto spazio nell’ecosistema del webdesign, Flazio è intuitivo perché l’utente conosce già la sua User Experience prima ancora di iniziare a creare il suo sito: basta un click per aggiungere un menù, aggiungere una pagina, ridimensionare una photogallery o un video. Flazio riesce a far fronte ad ogni esigenza, dalla più comune a quella più specifica, anche grazie al componente “Script” che permette di scrivere codice personalizzato o fare l’embed di risorse esterne. Abbiamo inserito una serie di funzionalità, come la sincronizzazione da e verso Facebook,  ma è il connubio tra le funzionalità è la loro usabilità che crea il vantaggio competitivo della nostra piattaforma rispetto alle altre. Basta ritagliarsi qualche minuto per testare la piattaforma e comprenderne la filosofia per convincersi della sua potenza e versatilità. Intelligenze artificiali e lavoro

    L’impatto delle Intelligenze Artificiali sul mercato del lavoro si fa sempre più pesante. Come vedi il tuo lavoro e quello dei tuoi collaboratori fra cinque anni?

    In termini informatici cinque anni sono un’eternità e non serve spingersi così lontano per immaginare ciò che succederà. L’Intelligenza Artificiale è già il presente e ha creato potenti interconnessioni con diversi settori, anche di natura non propriamente informatica. Non voglio sbilanciarmi troppo su quelli che saranno i prossimi sviluppi della nostra piattaforma, ma stiamo già lavorando in questa direzione: comprenderemo la tipologia di sito web che il cliente sta realizzando, e gli forniremo consigli cuciti su misura, e, con opportune strategie di Marketing Automation legate alle AI, miglioreremo ancora l’esperienza del creativo e di chi si avvicina al mondo del web design per la prima volta.

    E se un giorno una macchina fosse il tuo capo?

    È uno scenario difficile da immaginare oggi, ma non è impossibile che si verifichi. Basti pensare a quanti salti in avanti abbiamo fatto negli ultimi anni nel campo del riconoscimento vocale o dei parametri biometrici per capire quanto imminente possa essere un cambiamento del genere. Una macchina avrà sicuramente una capacità e una predisposizione maggiore a valutare tutte le variabili in gioco e tutti i possibili scenari prima di compiere una scelta, e in questo sarà certamente migliore di noi comuni mortali, ma lascerà certamente meno spazio alle intuizioni che spesso fanno la differenza nel business. Vedo ancora l’AI come un assistente che aiuti a notare dettagli o come un prodigioso suggeritore di idee che lascerà sempre all’uomo l’ultima parola. Intelligenze artificiali

    La storia di Flazio è fortemente caratterizzata da aggiornamenti continui. Questo è il vero valore in più?

    Non è l’unica caratteristica, ma è certamente tra quelle che ci contraddistinguono maggiormente. Internamente abbiamo un team di R&D che implementa migliorie e novità ogni giorno: pubblichiamo novità ogni settimana, siano esse nuove funzionalità, semplificazioni di UX, ottimizzazione del codice o miglioramento delle prestazioni. Nel nostro settore è fondamentale innovare per essere primi, e vogliamo che tutti i nostri clienti abbiano immediato accesso a quelle funzionalità che possono portar loro un concreto vantaggio competitivo. Ad esempio, quando il garante ha introdotto regole sulla cookie policy, in pochi giorni il flazioteam ha permesso ai nostri utenti di abilitare con un semplice on/off il classico banner che richiede il consenso al trattamento dei dati; o ancora quando Google ha iniziato ad utilizzare l’ssl come fattore di ranking, abbiamo introdotto la possibilità di installare con un semplice click il certificato ssl sul proprio sito web. LEGGI ANCHE: Come la scrittura porta al buon design

    Quali sono i progetti per il futuro?

    Stiamo lavorando ad una decina di progetti sperimentali che si legano alla piattaforma principale e che ne estendono le funzionalità. Uno dei più interessanti, e che è già realtà, è SiteBuilderBuilder.com: si tratta di un Builder di SiteBuilder. Ogni Agency e ogni professionista del settore può generare un SiteBuilder con il proprio logo. L’idea è nata dalle numerose richieste che riceviamo da parte delle web agency con cui collaboriamo. Grandi aziende come Telecom e Tiscali hanno già scelto di creare il proprio Sitebuilder col proprio brand. In tal modo, i creativi possono concentrarsi su design, contenuti, SEO e SEM, che fanno davvero la differenza per il cliente e gli permettono di avere un ritorno dell’investimento, meglio se con qualche zero in più 😉

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