Anche quest'anno la Casaleggio Associati ha presentato la propria ricerca sulla situazione italiana degli eCommerce, giunta all'undicesima versione. Il report è frutto di un sondaggio online, integrato dalle interviste con alcuni dei principali attori del mercato.
Ecco cosa raccontano le cifre presentate in E-commerce in Italia 2017, con un focus sui temi menzionati nel sottotitolo: Capitali e vendita transfrontaliera cruciali per la competitività.
eCommerce in percentuali
Prosegue a doppia cifra la crescita del fatturato B2C degli eCommerce nostrani: la stima raggiunge i 31,7 miliardi di euro, con un incremento del 10% sul 2015.
Non sorprende che le fette più grosse della torta appartengano ai settori del tempo libero (43%) e del turismo (31%). I centri commerciali online seguono a distanza, con un 10% del fatturato sul totale di tutti i settori, che però è frutto di una crescita significativa, grazie soprattutto ai grandi attori internazionali. In termini di crescita, si sono distinti ancor più salute & bellezza e alimentare, rispettivamente con un +36% e +33%.
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Nonostante il trend positivo coinvolga tutti i settori, i risultati restano inferiori a quelli del 2015. Questo è dovuto principalmente a due fattori. Da un lato la carenza di offerta in alcuni ambiti come moda, alimentari, casa e arredamento, dove le vendite online sono ancora poco sviluppate. Dall'altro, la quasi saturazione dei settori più maturi come tempo libero, assicurazioni e turismo.
A rimediare in parte a questi inconvenienti interviene la vendita all'estero. Nel 2016 il fatturato eCommerce generato dalle aziende italiane attive nella vendita internazionale è stato in media il 29% delle vendite online complessive. Cresce la presenza delle aziende italiane sul mercato eCommerce internazionale: il 65% vende oltre confine, rispetto al 59% del 2015. Per lo sviluppo della vendita all’estero, le nazioni e aree verso le quali le aziende italiane intendono investire maggiormente nel 2017 e nel 2018 sono i vicini paesi dell’Europa e gli Stati Uniti.
La crescita e la sostenibilità delle imprese italiane di eCommerce passa per la loro internazionalizzazione. Senza economie di scala internazionali non riusciranno a competere con gli attori esteri che entrano sul mercato Italiano. Il mercato eCommerce è un mercato ‘capital intensive’ e per sviluppare un’impresa è necessario quindi accedere al capitale prima di crescere.
Venture Capital e startup
L'Italia parte tuttavia con una marcia in meno rispetto ad altri Paesi europei come Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna. Sono infatti meno di dieci gli operatori italiani privati che finanziano le imprese attive nell'eCommerce, mentre appartengono ad un ordine di misura inferiore i fondi messi a disposizione e il supporto statale.
Questa situazione può spiegare il motivo per cui i grandi operatori crescono soprattutto all’estero.
Tra i principali operatori privati del Venture Capital italiano per l’eCommerce sono presenti: Innogest Capital, che ha investito oltre €50 milioni nell’ultimo anno, P101, specializzata in investimenti sotto i €5 milioni, United Ventures, che ha investito in società come LovetheSign, LVenture Group, specializzata in investimenti iniziali sotto i 500 mila euro, Italian Angels for Growth, Digital Magics, 360 capital partners, uno dei primi ad aver investito su Yoox, Sator, che ha investito nell’eCommerce tramite il gruppo Banzai, Principia, specializzata in innovazione sanitaria, Syntegra, specializzata in società con fatturato tra 30 e 300 milioni.
Negli ultimi anni ci sono stati alcuni segnali di cambiamento, seppur ancora di scarso impatto, come l’incentivazione fiscale degli investimenti in startup.
Gli investimenti statali nel settore eCommerce sono veicolati principalmente tramite Invitalia, la quale ha un programma denominato “Smart&Start Italia” che è il principale incentivo del Governo dedicato alla nascita e alla crescita delle startup innovative ad alto contenuto tecnologico, è stato rifinanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico con 95 milioni di euro per il biennio 2017-2018. Il programma prevede un mutuo senza interessi e senza richiesta di garanzie.
Le startup localizzate in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia beneficiano anche di una quota di finanziamenti a fondo perduto (20%). Un buon inizio, ma ancora molto distante da fondi analoghi in Francia e Germania, che superano il miliardo di euro investiti.
Esiste inoltre un altro fondo statale, il Fondo Italiano d’Investimento: creato nel 2010, ad oggi ha investito nel mondo dell’eCommerce solo indirettamente, tramite i fondi di Venture Capital privati in cui ha partecipato.
Ad attirare l'attenzione degli investitori sono le aziende che puntano all'innovazione con l'accortezza di adottare modelli di business non presidiati dai grandi player.
Alcuni esempi sono aziende che sviluppano servizi che aiutano e snelliscono lo sviluppo dell’eCommerce (logistica ultimo miglio, pagamenti, …) e società che operano in mercati nazionali sufficientemente grandi ma caratterizzate da burocrazia e regole che fungono da barriere d'ingresso per i player esteri (gestione del risparmio, servizi assicurativi, ecc.).
Il business plan, infine, è un elemento fondamentale per soddisfare gli imprenditori. La ricerca ne evidenzia alcuni elementi cruciali:
- 15-20% di EBITDA ((Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation and Amortization) entro 4 anni.
- Quote di mercato e/o volumi importanti per compensare i margini limitati.
- Dettagliare la crescita prevista.
- Non più di 2 anni di avviamento in cui si “brucia cassa".
Work in progress
Per raffronti e integrazioni, è attualmente in corso l'Osservatorio eCommerce B2c Netcomm, dove la School of Management del Politecnico di Milano sta presentando i risultati delle proprie ricerche, confermando che il commercio elettronico si sta avviando verso un periodo di maturità.
Tra quanto già rivelato, emergono in particolare due dati, citati esplicitamente da Riccardo Mangiaracina, responsabile scientifico dell'Osservatorio eCommerce B2c Netcomm.
I dati dimostrano che chi usa tre device (pc, mobile, tablet) spende in media tre volte di più di chi utilizza solo il pc, così come l’everywhere shopper compra di più in tutti i canali e usa lo smartphone per orientarsi e acquistare offline.
Gli acquisti eCommerce di prodotto (+25%) cresceranno nel 2017 ben più di quelli di servizio (+8%) e, per la prima volta nella storia dell’e-commerce italiano, il mercato dei prodotti varrà tanto quanto quello dei servizi (11,5 miliardi di euro).