Secondo il Wall Street Journal a Mountain View si sta pianificando la realizzazione dell'Adblock di Google per Chrome.
La notizia tuttavia non è ancora stata confermata da Google. Sembra che il blocco delle pubblicità online sia solo parziale e riguardi quindi solo un certo tipo di ads come per esempio i video con funzione autoplay (video pre-roll), pop-up e pop-under.
Le pubblicità che verranno letteralmente bannate sono state stabilite dalla Coalition for Better Ads, della quale sia Google che Facebook sono membri. Ed ecco i formati degli annunci considerati come più fastidiosi:
I lati negativi dell' AdBlock di Google
Esistevano già varie estensioni per bloccare le pubblicità online, per questo motivo la notizia della tecnologia di adblocking firmata Google ha suscitato qualche critica e vari dubbi sul possibile conflitto d'interesse. Il colosso, che realizza la maggior parte dei guadagni tramite annunci pubblicitari, ora vorrebbe anche poter controllare quali pubblicità possono essere visualizzate dall'utente di un sito. E non stiamo parlando di una piccola fetta del mercato, bensì di più della metà dei dispositivi desktop e mobile.
Le statistiche di Statcounter per l'Italia mostrano infatti che nel 2016 Google Chrome è stato il browser più utilizzato su tutti i dispositivi (54,18%), seguito a distanza da Safari (15,04%) e Firefox (12,47%).
Adblock ed anti-adblock: un circolo vizioso
Nell'era digitale molte testate e piattaforme offrono notizie e servizi gratuiti, finanziandosi con gli introiti provenienti dagli spazi pubblicitari sul sito.
L'avvento degli adblocker ha dato modo agli utenti di questi siti di disattivare i banner pubblicitari che spesso rallentano la velocità della pagina, ostacolando così il processo di finanziamento di molti media. Ed ecco che dopo gli adblock spuntano anche gli anti-adblock.
Chi non disattiva il blocco delle pubblicità su certi siti non può affatto navigarli. Della serie: se mi blocchi, ti blocco!
Il CEO dell'Internet Advertising Bureau (Iab), Randall Rothenberg, aveva commentato il fenomeno adblocking paragonandolo ad "una guerra contro la diversità e la libertà di espressione".
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