Il native advertising continua a farsi strada anche grazie a un numero sempre maggiore di utenti che sceglie di installare sul proprio device soluzioni di ad-blocking, per non essere interrotto e disturbato durante la propria user experience.
Quando il tuo annuncio pubblicitario è perfettamente coerente con il contesto in cui è inserito e sembra essere parte integrante del contenuto che l’utente ha scelto spontaneamente di visualizzare, otterrai una maggiore capacità di generare engagement, che si traduce in un aumento del CTR e delle vendite.
Oggi ti accompagniamo con quattro suggerimenti da utilizzare quando progetti le tue campagne native advertising.
1. Contenuti generati dagli utenti
I consumatori sono portati a rispondere positivamente a ciò che considerano autentico e spontaneo. Quando un utente vede altre persone dare fiducia a un brand, sarà più incline a dare in cambio la propria lealtà.
Per generare questo tipo di fiducia nei confronti del tuo brand puoi integrare, durante la pianificazione delle tue campagne pubblicitarie, soluzioni che stimolino la creazione di contenuti spontanei da parte del tuo pubblico.
Sfrutta i contenuti generati dai tuoi utenti, considera questa possibilità come un word-of-mouth con un numero illimitato di possibili voci, un wor(l)d-of-mouth.
2. Short is better
Qualunque tipo di contenuto tu abbia deciso di promuovere, sii breve!
Steve Olenski, nel suo articolo "4 Ways Brands Should Use Native Advertising In 2017” su Forbes, consiglia di prendere come metro di misura la quantità di tempo necessaria per controllare qualcosa su Snapchat.
Perché prediligere contenuti dalla durata più corta? Perché gli utenti hanno poco tempo a disposizione e prima di decidere se visualizzare un contenuto, ne controllano la durata: se supera il minuto, in molti decideranno di non aprirlo.
Comportati da vero ninja e non considerare la brevità come un limite alle potenzialità del tuo storytelling, ma come un’opportunità da sfruttare: pensa al contenuto che vorresti comunicare, coinvolgi i tuoi potenziali clienti e distribuisci il contenuto (creato ad hoc per ciascuna piattaforma, ne parlo al punto 4) in pillole brevi sulle tue piattaforme.
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3. Parola d’ordine: mobile first!
Più della metà della popolazione mondiale usa uno smartphone e più della metà del traffico web globale deriva da mobile, con una crescita 800% prevista per il 2017.
È evidente come lo smartphone sia lo strumento prediletto dalla popolazione globale per accedere ai contenuti online. Per queste ragioni è fondamentale ottimizzare le campagne pubblicitarie, soprattutto se native, per renderle perfettamente visibili da mobile.
Ricordati che l’utente che non è in grado di leggere il tuo contenuto su un piccolo schermo, probabilmente non ci cliccherà sopra e non recepirà per intero il messaggio che vorresti trasmettergli. Di fatto, molta della tua fatica verrebbe sprecata.
4. Native advertising: ad ogni canale il suo contenuto
Prima di pensare a come raggiungere il tuo potenziale pubblico di clienti, bisogna capire dove trovarlo. Effettuare ricerche di mercato ti aiuterà a capire quali canali sono più frequentati dal tuo target.
Una volta scelte le piattaforme adatte al raggiungimento degli obiettivi di business, dovrai creare contenuti diversi per ciascuna delle piattaforme scelte per la distribuzione del tuo messaggio.
Questo passaggio fondamentale racchiude l’essenza stessa del native advertising: creare contenuti su misura che calzino perfettamente con il flusso di contenuti dove sono stati inseriti.