Il tema scotta già da quando lo si nomina. Fotografie di bimbi su Facebook o social in genere. Il governo francese ha inaugurato l’anno nuovo esprimendosi chiaramente, tentando di prevenire, minacciando con oltre 40mila euro di multa il posting selvaggio di foto di minori.
Su Facebook, siamo chi vogliamo essere
Ma facciamo un passo indietro (mamma quanto ci piace partire da Adamo ed Eva!) e torniamo a cosa, quando e perché condividiamo pezzi di vita con tante persone, che spesso sono soltanto rapporti virtuali. Fermandoci a pensare un momento in più e analizzando il nostro user generated content, chi più chi meno potrà notare che siamo soliti condividere ciò che reputiamo il meglio di noi o, per lo meno, quello che ci consente di apparire come vogliamo essere visti.
Scegliamo il contenuto in base all’emozione che speriamo che gli altri provino quando leggono, ascoltano o vedono di noi. Ed ecco che fioccano selfie con la “bocca a c**o di gallina”, foto da location paradisiache in cui stiamo con la pancia tiratissima, espressioni facciali da viveur libertini il venerdì sera, Buongiornissimi quando vogliamo darci un’autorevolezza da cinquantenni sul Web, tag da università o convention quando vogliamo dimostrare che sì, quei soldi investiti in rate scolastiche sono serviti a qualcosa... E chi più ne ha più ne metta. Tutto questo per costruire nella testa degli altri l’immagine che racconti il meglio di noi.
Il nostro “prodotto” migliore
E in quest’ottica, come prescindere dal condividere le immagini del “prodotto” per cui davvero abbiamo messo in gioco noi stessi e che (alla fine della fiera) costituisce la nostra opera summa? Tanti buoni propositi per altrettanti genitori che partono bene (al massimo vediamo il dettaglio di una manina del pargoletto) e pian piano si avviano verso il punto di non ritorno, passando per dolci visini coperti da emoticon di dubbio gusto.
Ammettiamolo, ammettetelo: nessun genitore (se non al massimo un paio di mosche bianche) è in grado di resistere per sempre alla condivisione di una foto del suo capolavoro.
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Il Web non dimentica, mai.
Come già vi abbiamo accennato in passato, ricordate la regola aurea: “Non postare online mai nulla che non faresti vedere a tua nonna”. Se le foto dei vostri bimbi alla nonna le mostrereste eccome, è necessario calarsi in una dimensione dove la suddetta nonna acquisisce una durata eterna. Sì, potrebbe essere il sogno di ognuno di noi ma, ricordiamo che per la nonna highlander rischiamo di non crescere mai. L’Internet non dimentica e così facendo appiattisce il tempo, rischiando di lasciare i nostri figli a fare i conti per una vita intera con i nostri errori.
A voi l’ardua sentenza
Andando oltre banalità come “un futuro datore di lavoro potrebbe vedere le sue foto con le chiappette al vento” e “il pedofilo di turno di sicuro si presenterà a casa”, non saremo noi a dirvi di non postare foto o video delle vostre meraviglie.
Se ci pensiamo, un "danno reale" non colpirà mai i nostri bimbi, in barba al fatto che possa farvi male pensare che le loro foto capitino nelle mani sbagliate.
Vogliamo che riflettiate sul serio, questa volta. Come abbiamo tentato di farvi comprendere, la questione è di grandi dimensioni (si contano in media oltre 1.000 foto online per ogni bambino di meno di 5 anni) e decisamente controversa. Non vi stiamo dando un diktat o un’opinione, ma soltanto tutti gli elementi necessari per svolgere un’analisi informata.