Quante volte avete premuto il pulsante Accetta durante l'aggiornamento di un'app senza leggere i termini e le condizioni? Quel momento in cui vi limitate a premere "avanti" il più velocemente possibile senza neanche guardare lo schermo del vostro cellulare? Beh, tra poco vi diremo perché e quanto sbagliate: consolatevi per ora con l'idea che non siete i soli al mondo a farlo!
È importante sapere che ogni volta che voi dimenticate di leggere, rischiate di lasciare libero accesso alle vostre informazioni più importanti, tra cui la posizione, i vostri contatti personali, il dispositivo che state utilizzando, le vostre foto e i vostri video. Il tutto senza mai neanche accorgevene!
Questo è quello che è successo quando alcune delle app più popolari del 2016, come WhatsApp e Pokemon Go, hanno lanciato i loro ultimi aggiornamenti: ognuna di loro ha chiesto l'accesso a nuovi dati e voi probabilmente neanche ve ne siete resi conto. I pochi che se ne sono resi conto hanno dato via ad un vero putiferio sui mass media e questo solo successivamente ha svegliato gli utenti più distratti.
Dopo tutto, le applicazioni sono servizi online in grado di tracciare i nostri movimenti, imparare le nostre abitudini quotidiane e accedere in breve alla nostra vita: se volete scoprire di più, ecco i tre casi che hanno fatto più discutere nel 2016.
Pokemon Go
Quando Pokemon Go ha debuttato nel mese di luglio, il gioco è stato un successo immediato. Ma i sostenitori della privacy hanno subito dato l'allarme sul fatto che Niantic, la casa sviluppatrice del gioco, ha avuto pieno accesso agli account Google degli utenti mentre questi giocavano su iPhone. L'esperto di sicurezza informatica Adam Reeve ha osservato come Niantic fosse in grado di leggere la posta elettronica e probabilmente anche di inviare messaggi da essa.
Niantic ha dichiarato che si trattava di un errore: "Una volta che siamo venuti a conoscenza di questo errore, abbiamo iniziato a lavorare su una correzione dal lato client per richiedere il permesso solo per le informazioni di base del profilo di Google, in linea con i dati a cui abbiamo effettivamente accesso".
Pokemon Go ha infine ridimensionato la quantità di dati che stava raccogliendo dopo che gli utenti hanno sollevato un putiferio sull'argomento.
In aprile 2016 WhatsApp ha implementato i suoi servizi con la funzione più interessante riguardo la privacy: parliamo della crittografia dei messaggi. In parole povere WhatsApp non ha accesso alle vostre conversazioni: Ottima notizia! - direte voi, ma c'è un aspetto che all'inizio molti avevano ignorato.
Facebook dal 2014 infatti possiede WhatsApp, e il gigante dei social media ha appena fatto una mossa riguardo le informazioni degli utenti dell'app di messagistica: nel mese di agosto 2016 Whatsapp avrebbe infatti condiviso con Facebook i numeri di telefono degli utenti e i dati circa l'ultima volta che hanno usato l'applicazione. Il contenuto dei messaggi rimarrebbero di fatto illeggibili sia per WhatsApp che per Facebook per impostazione predefinita. Ecco la motivazione:
Ma attraverso un maggiore coordinamento con Facebook, saremo in grado di fare cose come monitorare i parametri di base su ogni quanto le persone utilizzano i nostri servizi e combattere meglio lo spam su WhatsApp. E collegando il tuo numero di telefono con i sistemi di Facebook, Facebook potrà offrirti migliori suggerimenti di amici e mostrarti inserzioni più pertinenti se disponi di un account Facebook. Ad esempio, potrai vedere l'annuncio di una società con cui già lavori, piuttosto che l'inserzione di una società di cui non hai mai sentito parlare.
I sostenitori della privacy hanno immediatamente criticato questa mossa e l'Electronic Privacy Information Center ha presentato una denuncia con la Federal Trade Commission (PDF) sui cambiamenti delle condizioni dell'app: per questo motivo la condivisione dei dati tra WhatsApp e Facebook è stata bloccata nei paesi dell'Unione europea a causa della normativa locale sulla privacy.
Evernote
Questo è il caso più recente che ha destato un bel polverone sull'argomento "privacy": proprio ieri Evernote ha comunicato un cambiamento della sua politica sulla privacy - valida a partire dal 23 gennaio 2017 - che implicherà che parte dei dipendenti dell’azienda hanno la facoltà di accedere ai nostri contenuti come note, liste, promemoria per verificare che gli algoritmi di apprendimento automatico funzionino correttamente.
Il gruppo dei dipendenti in questione dovrebbe essere verificato e istruito riguardo al trattamento dei contenuti sensibili secondo la nota del 15 dicembre sul blog dell'app. Nonostante Evernote abbia specificato che tali dati non saranno usati al fine di proporre all’utente pubblicità personalizzate, la notizia ha fatto alzare qualche sopracciglio così la casa sviluppatrice ha dovuto subito porre rimedio in queste ultime ore.
Dall'ultima nota sul sito di Evernote leggiamo dunque che la nuova policy prevede che nessun dipendente potrà vedere i vostri contenuti a meno che l'utente non abbia espresso esplicito consenso:
"Nei prossimi mesi, rivedremo la nostra attuale Politica sulla Privacy per rispondere alle preoccupazioni degli utenti, evidenziare che i loro dati restano privati per impostazione predefinita e confermare che la fiducia che hanno risposto in Evernote è al sicuro. Inoltre, renderemo disponibili le tecnologie di apprendimento automatico a tutti gli utenti, ma nessun dipendente leggerà i contenuti delle note come parte di questo processo a meno che l'utente non dia il consenso".
Ora che sapete che basta davvero poco per avere accesso ai vostri dati, sarete ancora così pigri da premere Accetta senza leggere le condizioni e i termini sulla privacy?