Il fatidico momento arriva per tutti, prima o poi: notti insonni, riunioni infinite, brief alle otto di sera per lavorare sul prodotto dell’anno, ma qualcosa, alla fine, è andato storto. E qui, la domanda sorge spontanea: “Perché la campagna che ho realizzato non ha funzionato?”. Insomma, i dubbi e le domande diventano pian piano infinite.
Sì, diciamocelo. Dal principiante al miglior professionista del mondo, la domanda da un milione di dollari non manca mai; non importa quanto voi siate bravi o quanta esperienza voi abbiate, ci sarà sempre quel momento che mette in dubbio tutto il vostro lavoro.
Quello che tutti vorremmo, per limitare l’incertezza dei risultati, è avere a disposizione strumenti e conoscenze che possano permettere di valutare in anticipo il modo in cui il consumatore si relaziona con il brand, le sue motivazioni profonde e gli effetti della comunicazione sulle scelte istintive che compie. Di questo, nello specifico, si occupa il neuromarketing, disciplina che studia i processi decisionali inespressi del consumatore.
Infatti, forse non tutti sanno che il 95% di tutte le decisioni, comprese quelle relative all’acquisto, avvengono infatti in maniera non conscia ed è proprio la disciplina del neuromarketing che permette di indagare su questa altissima percentuale che non sarebbe possibile cogliere con altri metodi.
Se qualcuno di voi se lo sta chiedendo, la risposta è sì: tutti coloro i quali lavorano nell’ambito del marketing e della comunicazione devono necessariamente acquisire nozioni in tal senso. Non solo perché è un mondo affascinante ed immenso, bensì perché permette di anticipare i tempi, coinvolgere emozionalmente i consumatori nel modo più efficace e ottimizzare la progettazione.
L'approccio al Neuromarketing nel Retail
In questo settore il neuromarketing propone un approccio esatto e completo poiché incide sul posizionamento e sulla percezione che i consumatori hanno del brand. Capire cosa pensano e cosa desiderano le persone? Sembra un’utopia, ma è un sogno possibile.
La disciplina fornisce strumenti in grado di indagare l’area di risposta fisiologica inconscia dell’esperienza di shopping. L’aspetto olfattivo e l’illuminazione hanno una capacità di influenza molto forte sui consumatori, questo perché gli odori vengono associati più facilmente ai ricordi rispetto a segnali visivi o uditivi e la giusta luce può migliorare il senso di benessere e far sostare le persone più a lungo nel negozio, così come può aumentare il loro livello di attivazione e incrementare il fatturato.
In media infatti, ricordiamo solo il 5% di ciò che vediamo, contro il 35% degli odori che sentiamo. In uno studio condotto qualche anno fa da Nike, due paia identiche di scarpe da corsa sono state posizionate in due diversi spazi: il primo caratterizzato da una piacevole e sottile fragranza floreale, il secondo senza odori percettibili. L’84% dei visitatori ha valutato le scarpe dello spazio “profumato” come nettamente superiori, nonostante tale odore non fosse assolutamente collegato alle caratteristiche intrinseche del prodotto.
Scoprirete tante cose che vi lasceranno a bocca aperta. Per esempio, sapevate che mettere di buonumore i consumatori può influenzare in modo misurabile il comportamento d’acquisto? Regalare un piccolo dono al cliente, come un fiore, all’ingresso del negozio, focalizza l’attenzione dello stesso più sul prodotto e meno sul prezzo, aumentando la probabilità di acquisto e di spesa (risultato di uno studio effettuato tramite la misurazione delle alterazioni fisiologiche).
I cosiddetti “random acts of kindness” (letteralmente gesti di gentilezza casuali) sono molto apprezzati dai clienti anche in comunicazione pubblicitaria. Vi ricorderete l’esempio di qualche anno fa della compagnia aerea KLM:
Se questo argomento vi sta appassionando almeno un po’, abbiamo un’occasione per voi da cogliere al volo: l’agenzia di comunicazione Ottosunove, specializzata in brand development, instore marketing e retail design che integra la disciplina del neuromarketing come solida base per il proprio lavoro, lancia i workshop aziendali Neurotaste.
Come funzionano i workshop
Si tratta di meeting gratuiti riservati alle aziende per promuovere e diffondere le neuroscienze applicate al business.
Un’ammirevole iniziativa quella dell’agenzia che prevede l’approfondimento di temi che, al di là della retorica e della teoria, si pongono degli obiettivi pratici, ben definiti e tangibili. Partecipando ai workshop, si definiranno dunque degli obiettivi pratici di business: a fine percorso si sapranno ottimizzare al meglio i propri progetti e migliorare la customer experience. Ancora, i partecipanti saranno poi in grado di evitare gli sprechi di budget e di aumentare le vendite. Durante i workshop one-to-one con le aziende, si affronteranno quindi le ricette, i metodi, i consigli e gli strumenti più adatti per il proprio business, sia che si parli di retail che di packaging o di advertising, branding o web.
Il payoff di Ottosunove – membro di NMSBA (Neuromarketing Science & Business Association) – è proprio “Motiviamo alla scelta” e queste tre parole racchiudono perfettamente l’essenza di questi workshop.
Apprendere queste preziose informazioni permette alle aziende di migliorare il proprio business attraverso strategie di marketing più efficienti - Luca Fiorentino, CEO di Ottosunove
Noi ninja, un pensierino, lo abbiamo già fatto...