Twitter, Spotify, Reddit, PayPal, eBay, Airbnb e Yelp sono solo alcuni dei servizi caduti vittima di quello che sembra essere stato un enorme attacco DDoS – Distributed Denial of Service Attack - che ha colpito il provider DNS Dyn qualche giorno fa.
Il Distributed Denial of Service Attack è un metodo abbastanza noto. Il sabotaggio prevede l'invio di un traffico di dati talmente elevato da mandare in tilt qualsiasi server. L’attacco è iniziato quando in Italia erano le 12.10; lo stesso sito del provider Dyn ha comunicato:
“abbiamo iniziato a monitorare e rispondere a un attacco DDoS contro la nostra infrastruttura DNS, i nostri ingegneri stanno lavorando per risolvere il problema”.
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Alle 14:00 l’intera costa est degli Stati Uniti era stata presa di mira, 36 minuti dopo arrivava la comunicazione che i servizi erano stati riportati alla normalità.
Le conseguenze dell'attacco hacker
Impossibilità di terminare un acquisto, di affittare una stanza, di condividere un tweet. Tutte queste conseguenze sono riassumibili in un unico termine: blackout, un blackout che ha impedito a milioni di americani l’utilizzo di vari servizi web. Fortunatamente l'attesa è stata minima anche se sono ancora molti quelli che lamentano difficoltà ad accedere ai vari servizi.
"Internet continua a fare affidamento su protocolli e infrastrutture progettate prima che la sicurezza informatica fosse un problema. Purtroppo, quello che stiamo vedendo è solo l'inizio." - Ben Johnson, chief security strategist di Carbon Black.
Come dargli torto! I grandi colossi di internet non vivono momenti positivi. Non è di molto tempo fa la notizia che riguarda l'azienda Yahoo, la quale ha recentemente subito numerose azioni di hacking, compromettendo la riservatezza dei dati di mezzo milioni di persone e con Verizon alla porta che chiede una revisione dei termini di acquisizione.
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Per non parlare del cyber terrorismo che riguarda le elezioni presidenziali americane; recente la richiesta del Presidente americano Barack Obama fatta pervenire alla CIA per preparare una cyber attacco "senza precedenti" contro la Russia in risposta alle interferenze di Mosca nelle elezioni presidenziali americane.
Eppure fino a poco tempo fa Nick Merril, portavoce della campagna elettorale della Clinton, faceva sapere che il loro sistema era stato sottoposto ad una revisione da parte di alcuni esperti di sicurezza informatica, i quali non hanno trovato niente che faccia pensare alla compromissione della loro rete.