Indovinare un business remunerativo non è un gioco da ragazzi. Portarlo a termine con successo ancor meno. È una regola che coinvolge tutti i settori e in particolare quello dei videogiochi. Per questo motivo voglio raccontarti le storie di tre videogiochi mai usciti sul mercato.
Parlare di "gioco da ragazzi" è un eufemismo, in quanto le esperienze video-ludiche sono da tempo differenziate per target e oltre a distinguersi per generi e ambientazioni, i videogiochi possono essere online o offline, rappresentare sfide per pro-gamer o passatempi per casual player.
Anche questo settore richiede, insomma, una lungimiranza imprenditoriale, che da un investimento deve arrivare all'utile.
Ecco dunque tre esempi di videogiochi mai usciti e che quindi non sono mai arrivati al grande pubblico, con altrettanti insegnamenti nascosti dietro il loro fallimento.
Star Wars 1313: nuovo business model
In Star Wars 1313 i giocatori avrebbero rivestito i panni del giovane Boba Fett, uno dei personaggi non protagonisti di film più apprezzati di sempre. Impersonare il futuro cacciatore di taglie più rinomato della galassia attraverso lo squallido mondo sotterraneo di Coruscant, l'Area 13-13, era una premessa allettante tanto per i vecchi nostalgici quanto per i giovani gamer.
Rivolto ad un pubblico maturo, a differenza dei predecessori incentrati sull'universo di Star Wars, il gioco d'azione in terza persona ricorda lo stile avventuroso e rocambolesco di "Uncharted", coronato da effetti visivi all'avanguardia.
Purtroppo, il progetto è stato accantonato quando lo sviluppatore LucasArts ha chiuso i battenti nell'aprile 2013. Tenui speranze di vederlo approdare alla luce sono affidate alla Disney, che ha acquisito Lucas Film e Lucas Art, salvandole dal fallimento.
Lucas Art è conosciuta per aver realizzato molte tra le più note avventure grafiche, tra cui la serie cult Monkey Island e l'intenso sfruttamento del brand Star Wars, creato dal fondatore George Lucas. 1313 è vittima di una scelta manageriale, ossia quella di abbandonare lo sviluppo interno dei videogiochi per puntare sulla concessione in licenza delle proprietà intellettuali.
Silent Hills: videogiochi mai usciti da paura
Nel 2014, durante il Gamescom di Colonia, Konami ha presentato il un videogioco horror in prima persona chiamato P.T., che si è rivelato essere un Playable Teaser di Silent Hill, di cui si poteva visualizzare un trailer completo dopo una breve esperienza di gioco, incentrata sull'esperienza di attraversare un corridoio ultra realistico, popolato da inquietanti apparizioni.
Ideatore di questa strategia di lancio è stato Hideo Kojima, creatore del motore grafico Fox e della serie Metal Gear, coadiuvato dal regista Guillermo Del Toro. A chiudere il terzetto delle allettanti promesse, Norman Reedus, che ha prestato il volto al protagonista.
L'ansia più grande, a sorpresa, non è arrivata dall'elevato livello di fotorealismo, ma dall'annuncio ufficiale del regista, che nel 2015 ha dichiarato che Silent Hill "non si farà". Nonostante le migliaia di download, Konami ha ritirato P.T. dal PlayStation Store, vanificando una riuscitissima operazione commerciale per creare e innalzare l'hype dei fan.
Due fattori sembrano essere alla base di questo deciso passo indietro. Innanzitutto i dissapori tra Kojima e la casa produttrice, lasciando intuire un legame troppo forte tra creatore e creatura.
Non meno importante può essere una presa di coscienza della rottura tra questo capitolo della saga e i suoi predecessori: per quanto ottimamente riusciti, i colpi di scena a sensazione non sono parte del DNA della serie, che legava a doppio filo paura e sviluppo della trama. Non è da escludere che molti fan della serie avrebbero storto il naso davanti ad un simile cambiamento di stile.
Titan: cadere e rialzarsi
Titan doveva essere l'annunciatissimo nuovo Massive Multiplayer Onine Game della Blizzard.
Le voci davano World of Warcraft avviato verso il viale del tramonto. Dopo essere diventato simbolo stesso del genere MMORPG, conquistando milioni di giocatori, WoW pareva pronto a cedere il passo ad un successore più moderno.
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Le indiscrezioni si sono succedute di pari passo con schermate rubate, vere e false, postate in Rete. Titan sarebbe stato un gioco diverso da WoW, con il quale poteva coesistere: ambientato in un futuro prossimo, avrebbe permesso ai giocatori di intraprendere incarichi mondani di giorno e combattere di notte.
Dopo le prime speculazioni ufficiose nel 2007, tuttavia, le dichiarazioni ufficiali sono arrivate con il contagocce, fino all'annuncio della cancellazione del progetto nel 2014.
In una recente intervista, il game designer Jeff Kaplan ha apertamente dichiarato che il progetto è stato un "orrendo fallimento", sottolineando come tutti i professionisti all'opera abbiano sopportato un'enorme pressione nel passare dai grandi successi del passato ad una cocente sconfitta.
Dalle ceneri di un'improvvisa autocoscienza professionale degli sviluppatori è nato Overwatch, uno sparatutto caratterizzato da una grafica brillante e da un'attenta caratterizzazione dei personaggi e delle loro abilità.
Titan è stata una massacrante sessione di teamworking, che ha rafforzato i legami tra i membri della squadra e portato ad un risultato, Overwatch, che incarna gli otto pilastri della casa madre: divertimento, qualità, rispetto, passione, comunità, responsabilità e crescita.