Dalle nuove professioni come il media trader fino all'importanza degli analisti big data passando per la rivoluzione della figura del commerciale: l'arrivo del Programmatic Buying ha cambiato il settore pubblicitario.
Eppure quando, nel 2013, l’automatizzazione degli acquisti di spazi pubblicitari arrivò sul mercato in molti gridarono al rischio di una vera e propria crisi dell’impiego nel mondo della pubblicità. Ora, a due anni dalla sua introduzione, si può dire con certezza che il programmatic non sta distruggendo posti di lavoro, anzi sta dando la giusta scossa al sistema per sfruttare al meglio le risorse umane nel settore pubblicitario.
"Il Media Trader, l'equivalente del Trader finanziario ma applicato all’acquisto di spazi pubblicitari, è una nuova figura che deve avere buone conoscenze sia in ambito economico sia in quello comunicativo per essere il miglior stratega per una campagna pubblicitaria. Inoltre, dalla nostra esperienza ci siamo accorti che oggi sono davvero indispensabili tutte le figure che si occupano dell’analisi dei big data mentre il commerciale sta cambiando: si prova a cercare prevalentemente ingegneri con un percorso commerciale per assicurarsi che siano in grado di comprendere al 100% gli aspetti tecnici del programmatic per poter proporre ai clienti le soluzioni migliori" dice Gaetano Polignano, Country Manager Tradelab, azienda leader nel settore del Programmatic Buying.
Per fare chiarezza sulle differenti figure che lavorano nel programmatic buying e sfatare il falso mito degli algoritmi che distruggono posti di lavoro, Tradelab propone un'infografica che racconta le 12 professioni che operano nell’automatizzazione degli acquisti di spazi pubblicitari.