Cosa può imparare un Content Strategist da ingegneri, developer e tech architect? Niente, a prima vista. Tantissimo, se ci pensiamo bene! In effetti e come già sostenuto in altri campi del marketing da autori internazionali come Scott Brinker, il mondo tech (che nel titolo ho descritto chiamando in causa droni, stampanti 3D e Robot) è caratterizzato da approcci che possono tornare davvero utilissimi anche per chi deve progettare contenuti digitali di valore.
In particolare, nel numero di questa estate del Chief Content Officer - la rivista cartacea ufficiale del Content Marketing Institute - ho trovato 3 ispirazioni interessanti, che mi piace riportare perché reputo utili a tutti.
- L'innovazione tecnologica è più rapida dell'innovazione di contenuto.
- Se lo crei, non è detto che abbia necessariamente successo.
- La personalizzazione di massa non è un ossimoro.
Nei prossimi paragrafi, mi soffermo su ciascun punto.
1. L'Innovazione tecnologica è più rapida dell'innovazione di contenuto
Gartner anticipa che nel 2022 avremo più di 500 oggetti smart connessi nella vita domestica: un indicatore (l'ennesimo?) di "abbondanza tecnologica" all'interno delle nostre vite. Ma cosa farsene, nel momento in cui non esiste ad oggi un numero sufficiente di contenuti adatti ai vari device? Se l'hardware è ormai in nostro possesso (dalla VR agli smart watch), lo stesso non si può dire per software ed experience complessiva.
Si tratta della vera sfida verso il disegno di esperienze omni-channel: non più solo contenuti lunghi/complessi o più brevi/immediati (blog vs Twitter?), ma tipologie di contenuto digitale completamente nuove oggi inesistenti. Onore e gloria per i Content Marketer più coraggiosi, che attraverso un approccio learning by doing sapranno caricarsi di tale onere con successo.
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2. Se lo crei, non è detto che abbia necessariamente successo
Ad oggi, gran parte degli sforzi dei professionisti di digital content marketing è concentrata sulla creazione di contenuti belli ed esteticamente impeccabili. Insomma, il focus è sulla content creation. Ma cosa ne sarà poi della loro distribuzione? Si tratta di uno step dove la variabile tech è fondamentale e strategica - penso ai processi di submit di app e altri formati su Store e Marketplace.
Un caso di successo da cui lasciarsi ispirare? Netflix.
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3. La personalizzazione di massa non è un ossimoro
Personalizzazione... di massa? Si tratta di un termine coniato dai guru dell'experience marketing James Gilmore e Joseph Pine, ormai diversi anni fa e all'interno di un contesto economico e sociale per nulla (o almeno, solo in parte) digitalizzato. Un framework trasformato in vero e proprio modelli di business data-driven in primis da giganti tech come Amazon e eBay. Agli occhi dei Content Marketer, la personalizzazione di massa appare un ossimoro: o si creano contenuti per tutti, oppure ci si interessa a una nicchia di audience specifica.
Possono esistere efficaci vie di mezzo? Certamente! Per esempio, la ripresa della campagna Priceless di MasterCard.
I Content Strategist possono quindi imparare tanto dal mondo high-tech. Basta guardare le cose da un altro punto di vista!