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  • Da SAMO a Basquiat: tutti pazzi per il genio dell’arte

    Occhiali da sole ispirati alle opere di Jean-Michel Basquiat: Etnia Barcelona dedica la nuova capsule-collection all'arte metropolitana.

    23 Luglio 2016

    di Silvia Scardapane Ci sono nomi che non tramontano mai e, tra questi, vi è sicuramente quello di Jean-Michel Basquiat. A riguardo, in occasione dell’ultimo articolo di questa stagione, Streetness ha scelto non solo di analizzare le ragioni e gli effetti di una o più scelte aziendali, ma anche di discutere la figura di Basquiat per intraprendere un interessante excursus artistico su uno dei rappresentanti più noti della prima Street Art oltre che dell’Arte Contemporanea. Nel 1970, tra i sobborghi urbani e le arterie metropolitane di New York, si rifonda la scienza del linguaggio con l’incalzare dei giovani esponenti della graffiti art che scelgono la vernice spray per dare corpo ad una nuova forma di comunicazione semplificata, più intuitiva e popolare. Inizia così a diffondersi (nel 1978) anche la firma di SAMO (Same Old Shit), pseudonimo scelto da Basquiat e dal suo amico Al Diaz per pura goliardia. Eppure, in brevissimo tempo, la consapevolezza artistica di Jean-Michel cresce sempre di più, concretizzandosi nella forma di una poesia pubblica che avvicina l’artista di Brooklyn ad un modello alternativo di bellezza fuori dalle norme estetiche convenzionali. Così alla morte di Al Diaz, Basquiat abbandona il vecchio pseudonimo ed inizia a firmare le opere, questa volta realizzate anche su tela, con il suo nome proprio. Da_SAMO_a _Basquiat:_tutti_pazzi_per_ il _genio_dellarte Da questo momento in poi le carte in tavola cambieranno rapidamente e Jean-Michel Basquiat passerà dalla marginalità della strada ai grandi sodalizi artistici con Francesco Clemente e Andy Warhol; fu in particolar modo il maestro della Pop Art a battezzare ufficialmente l’arte rozza e le visioni infantili di Basquiat, rimarcandone i legami con l’arte spontanea di Jean Dubuffet, esponente dell’Art Brut (1945). Nel contempo, Basquiat stringerà anche una grande amicizia con Keith Haring, un legame che li unirà fino alla morte prematura di entrambi. Se da una parte l’arte di strada nacque anzitutto, forse dapprima inconsapevolmente, per rovesciare l’establishment e combattere l’elitarismo dell’art system, dall’altra prima Haring e poi Basquiat rimescolarono le regole della strada e del mercato. Ambedue considerati vere icone culturali del XX secolo, sono tuttora sulla cresta dell’onda e le loro quotazioni continuano a crescere, tanto che, proprio qualche giorno fa, un’opera di Basquiat è stata battuta all’asta di Christie’s a Londra per 10,4 milioni di euro.

    A maggio 2016 l’opera “Untitled” (1982 ) di Jean-Michel Basquiat è stata venduta all’asta da Christie’s per 57.3 milioni di dollari.
    Primitivismo, stridori e colpi di pistola continuano ad affascinare conoscitori e non del mondo dell’arte, comprese le grandi aziende, in particolar modo fuori dall’Europa. Tuttavia, è stata proprio un’azienda spagnola a dedicare una nuova capsule collection all’arte di Jean-Michel. Parliamo di Etnia Barcelona, noto marchio affermato nella produzione di occhiali da sole che sta creando la propria storia aziendale attraverso collaborazioni con esponenti del mondo dell’arte e della fotografia. L’ultima collezione, con modelli ispirati alle opere Glenn (1984), In The Case (1983) e Fallen Angel (1981), è stata presentata al Dumbo Loft di Brooklyn con un evento esclusivo, durante il quale gli invitati hanno partecipato attivamente ad un live painting insieme con ELLE, street artista americana. La carica emotiva di Basquiat è stata musa anche per altre numerose collezioni: dagli eleganti abiti di Valentino (2006) alle scarpe Reebok (2013), dalle t-shirt Uniqlo in collaborazione con il MoMa di New York (2014) a quelle di H&M (2015), fino agli originali orologi KOMONO (2014). E probabilmente saranno ancora molti i brand che sceglieranno di puntare sull’iconismo di Basquiat per le future collezioni, mirando alla trasgressività artistica degli anni Ottanta. Oggi un numero ancora indefinito di esperti assiste al vorticoso cambiamento dell’intero fenomeno, ormai ampiamente eterogeneo. Qualcuno ha già avanzato nuove definizioni per un fenomeno che si sposta, giorno per giorno, verso altri lidi. Ma una cosa è certa: la forza espressiva della Street Art, con lo spirito del passato e le dinamiche del presente, sarà non solo all’interno di programmi più o meno definiti di riqualificazione urbana, ma anche in effettive produzioni di design in collaborazione con i grandi esponenti sul campo. Questo è ciò che definiamo “streetness”, un senso della strada che talvolta, con sapienza, prescinde dalla strada dove è nato e, solo per mano di artisti esperti, diviene modo curato, ricercato e pensato di operare, per le nuovissime esigenze del contemporaneo.