La domanda è molto semplice: come faccio a spiegare al mio manager che non sono una sorta di stregone del SEO che magicamente fa salire di rilevanza il sito della mia azienda? Ma soprattutto, come lo convinco che, come SEO specialist, il mio lavoro porta costante valore e non posso essere sostituito da un plugin o da iniziative sporadiche?
Bella domanda, guerriero. Bella domanda. Rispondere non è semplice, soprattutto perchè probabilmente il tuo interlocutore è una persona abituata a concedere budget se l’obiettivo è chiaro, con una deadline e se vede un piano in cui ad ogni azione corrisponde una conseguenza precisa e tangibile. Ma ecco quattro punti da inserire nella conversazione per convincerlo!
#1 Il SEO non riguarda solo il sito aziendale, ma tutta l’organizzazione
Fare ottimizzazione non significa solo strutturare il sito nel modo che più piace a Google. I tempi in cui l'attività di SEO corrispondeva a cercare un modo per eludere Google e con qualche trucchetto sono ormai passati. Oggi, SEO significa soprattutto cominciare a pensare in modo che ogni azione, comunicativa e non, che la nostra azienda mette in campo, prima o poi, avrà in qualche modo a che fare e avrà qualche impatto sul nostro posizionamento sui motori di ricerca o, addirittura, ne trarrà beneficio. Senza questa premessa, se i contenuti, i prodotti e la comunicazione non sono allineati, un buon lavoro tecnico a livello SEO non può garantire un posizionamento perfetto
Un esempio? Parliamo di business development. Fare SEO significa, oltre a sapere come funzionano gli algoritmi, capire a fondo le esigenze del consumatore. Con un approccio strutturato quindi, il responsabile SEO può essere di grande aiuto per generare insight, guidare lo sviluppo futuro di un business e, in un circolo virtuoso, essere in grado di posizionarlo al meglio in futuro, proprio perchè il business si sarà adattato alle vere esigenze dell'utente.
#2 Il SEO non sostituisce un buon prodotto
Già lo vedo il tuo capo che ti chiede spiegazioni sul perchè il sito non è ben posizionato quando il prodotto lascia a desiderare.
Potremmo parlare giorni dei segreti dell’algoritmo di Google e dei trucchi che gli addetti al mestiere utilizzano per scalare posizioni nel ranking. La verità, però, è che i motori di ricerca hanno l’obiettivo di dare il miglior risultato possibile a chi effettua ricerche per aumentare la frequenza di utilizzo e, in ultima analisi il numero di ricerche. Come tutti i business vogliono clienti soddisfatti. Nel lungo periodo tenderanno quindi a lasciare ai margini quelle pagine che parlano di prodotti che non interessano agli utenti.
L'altro lato della medaglia è che, ancora una volta, puoi aiutare e contribuire alla comprensione delle esigenze degli utenti e a definire quali caratteristiche proprio non piacciono dei prodotti della tua azienda
#3 I plugin non sono tutto!
I plugin (ad esempio Yoast per Wordpress) sono comodissimi. Inutile negarlo. Ma possono essere sufficienti per gestire una piccola pagina personale, un blog o qualcosa di simile. Assolutamente non indicati per siti aziendali con l'obiettivo (come dovrebbe ormai essere pratica comune) di dare importanza all’ottimizzazione.
Fare SEO non significa spuntare qualche box e ripetere le parole chiave fino a quando il semaforo sulla dashboard diventa verde. Un’attività di ottimizzazione seria prevede anzitutto la progettazione dell’archietettura del sito, lavorare sul link building, etc.
Se a questo aggiungiamo il discorso al punto 1, diventa chiaro come l’attività di SEO abbia bisogno di un costante impegno da parte di uno specialista. Insomma, il tuo stipendio è più che giustificato!
#4 Una buona attività di SEO è misurabile
Spesso si sente dire che i risultati dell’ottimizzazione non sono quantificabili. Certo, molto più semplice capire gli effetti di una campagna di Pay per click, ma nel lungo periodo i risultati sono più che misurabili e, come sostiene Timothy Carter di AudienceBloom, si può dimostrare matematicamente che il SEO è il miglior investimento di marketing nel lungo periodo.
A livello tattico poi, come per tutti gli strumenti di digital marketing, anche per il SEO la cosa importante è stabilire alcuni KPI ad inizio attività e tenerli monitorati costantemente.
Quel che poi è fondamentale è ragionare sui numeri in fase di definizione della strategia di ottimizzazione. Non affidarsi al caso, ma basare le decisioni sulle evidenze apprese dalle attività precedenti è la base perchè ogni attività porti più valore di quella precedente.
E, ancora una volta, in tutto questo un plugin non potrà mai sostituirvi!