In uno scatto che è già storia, un omino minuto in jeans e maglietta grigia avanza con passo sicuro, circondato da centinaia di persone che sono lì e - contemporaneamente - altrove…
No, non è un film di fantascienza. Quell’omino minuto ha un nome, Mark Zuckerberg, e lo scatto che ha fatto tanto discutere è quello catturato durante l’F8 - Facebook Developer Conference – l’evento che si è svolto dal 12 al 13 aprile 2016 e che ha proposto la realtà virtuale come il futuro delle interazioni social.
Con un team dedicato (il Social VR) Zuckerberg punta tanto sulle possibilità offerte da una tecnologia ancora da scoprire e comprendere fino in fondo per esplorare nuove modalità di interazione con la realtà e le proprie reti sociali, potenziando le capacità degli utenti.
Gli esperimenti dei brand
In un futuro che è già preente, diventano sempre più numerosi i brand che si lasciano sedurre dall’appeal della realtà virtuale. Come la stanno sperimentando?
Tra gli altri, ci ha già provato McDonald’s a rendere uno dei suoi prodotti una nuova esperienza per i propri consumatori, attraverso la realtà virtuale. Con il piccolo box dell’happy meal che si trasforma (neanche fosse un supereroe) in un vero e proprio device VR, l’esperienza di consumo si rinnova a partire da una rivalutazione del tradizionale packaging del prodotto offerto.
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Virtual reality diventa anche sinonimo di acquisto ragionato e personalizzato: in pieno stile IKEA, l’azienda svedese lancia un’app in versione beta che consente al consumatore di creare diversi prototipi della propria cucina o stanza dei sogni. La scelta dell’acquisto, insomma, si arricchirà di una nuova fase che vedrà i propri progetti “prendere vita” per poi essere osservati da ogni angolazione.
Riuscirà davvero questo progetto pilota made is Sweden a rendere la realtà virtuale un catalizzatore degli acquisti? Jasper Brodin, il managing director Ikea, ci crede molto affermando che:
“la realtà virtuale si sta sviluppando rapidamente e in un decennio diventerà parte integrante della vita quotidiana.”
Le potenzialità della virtual reality non si declinano soltanto nel mondo del marketing.
Lo dimostra un evento storico: il primo intervento chirurgico realizzato a Londra con l’aiuto della realtà virtuale. Trasmesso in streaming e fruito in realtà virtuale dal Royal London Hospital, l’intervento su un paziente malato di tumore rivoluziona la formazione di una nuova generazione di chirurghi, potenziandone le possibilità di apprendimento che si arricchisce di nuovi punti di vista e di osservazione diretta in sala operatoria.
Cosa cambia con la realtà virtuale?
Come ogni tecnologia che si rispetti, il mercato di nicchia e gli early adopters raccontano l’entusiasmo della novità che, soltanto una volta diventata mainstream, rivela nuove sfaccettature. L’esperienza (insieme ai teorici della comunicazione e ai professionisti del marketing) ci insegna che qualsiasi device, qualsiasi tecnologia si trasforma, acquisisce nuovi significati plasmati e creati dai consumatori.
Cosa accadrà, quindi, alla realtà virtuale? Come si trasformerà con la user experience?
La realtà virtuale diventerà, forse, davvero parte integrante della vita di ognuno di noi, tenendo il passo con i visori VR che saranno gradualmente alla portata di target differenti.
Engagement e virtual reality: l’inizio di una lunga storia d’amore?
Una user experience sempre più immersiva: ecco la promessa più grande della realtà virtuale. Immersività ed engagement: ecco il plus che rende così irresistibile la VR ai brand. La carica innovativa della virtual reality si imporrà come un medium efficace in grado di integrarsi e reinventare le strategie di storytelling?
Le molteplici applicazioni della realtà virtuale in campi così diversi gli uni dagli altri (basti pensare alla valenza che può acquisire un visore VR in campo medico, come accennato prima) rendono le attese verso questa tecnologia entusiasmanti.
Come riusciranno i brand catturare lo sguardo del consumatore più distratto e reticente?
Le domande sono, per ora, più numerose delle certezze. Le aspettative crescono insieme all'entusiasmo creato dai brand che per primi hanno testato le potenzialità della realtà virtuale.