Influencer, ecco uno dei termini più discussi delle ultime settimane. Fioccano uno dopo l'altro articoli e post che mettono fortemente in dubbio la natura e la reale utilità di queste particolari figure.
Critiche che trovano fondamento nella scarsa trasparenza che accompagna le attività di coinvolgimento di questi ultimi da parte dei brand. Un segreto molto poco segreto.
Una recente ricerca effettuata in Gran Bretagna riguardo il rispetto del codice di condotta e la regolamentazione delle pubblicità racconta che ben 6 professionisti su 10 non rispettano le norme, evitando di palesare (come dovrebbe essere fatto) la partnership, a pagamento, effettuata con l'influencer.
Nella maggior parte dei casi i post contenenti prodotti aziendali scaturiti da compenso dovrebbero essere sempre accompagnati dall'hashtag #ad o #sponsored, in modo da distinguerli agli occhi degli utenti rispetto a quelli spontanei.
Una problematica che crea dunque insidie legali, ma soprattutto rischia di minare la fiducia degli utenti rispetto ad una risorsa, l'influencer marketing, che trova una continua crescita in termini di utilizzo.
La contromossa di Facebook
I social sono uno dei principali canali in cui avviene questa forma di comunicazione, non è un caso quindi che Facebook abbia iniziato a valutare la questione, cercando di porvi, in parte, rimedio. È infatti di questi giorni la comunicazione di una modifica della policy riguardante i branded content e di nuove funzionalità in questo senso.
Facebook da tempo cerca di regolamentare i contenuti brandizzati, cioè quelli che vedono inserito un prodotto di terze parti, sia questo un partner, una catena, uno sponsor. Un tipo di content ampiamente diffuso sul social.
La modifica, seppur semplice nell'apparenza, è radicale. L'aggiornamento della policy permetterà alle pagine e ai profili verificati (quelli con la spunta blu, per intenderci) di condividere branded content su Facebook.
Ad accompagnare la svolta anche alcune nuove funzioni di supporto. Editor e influencer potranno infatti inserire un tag all'azienda di cui stanno segnalando il prodotto, contrassegnando conseguentemente la natura sponsored. Una news che non è semplice opportunità, ma obbligo: il tag in questi casi dovrà essere sempre inserito.
I brand riceveranno una notifica e avranno modo di avere metriche sull'andamento del contenuto, potendo, addirittura, spingerlo tramite le Facebook Ads. Implementare la funzione sarà semplice ed intuitivo, assicurano i dev di Menlo Park.
Facebook e branded content, un cambio di rotta
Un cambio di rotta necessario, data la crescente rilevanza e utilizzo degli influencer come medium di contenuti brandizzati. Una risorsa che sarà certamente importante sia per le aziende che per gli influencer, potenziando ancor di più la connessione.
Un incentivo alle aziende ad attivare relazioni e attività di influencer marketing, una spinta a scegliere meglio le partnership e a condividere contenuti di qualità per gli opinion leader. Certamente la nuova policy permetterà di lavorare alla “luce del sole”, dando vita ad attività e content elaborati e molto creativi, ben lontani da quelli troppo spot a cui si assiste oggi.
Il maggiore vantaggio dell'iniziativa sta però nella trasparenza, nel limitare al minimo le tante forme limite di collaborazione brand-influencer che si stavano diffondendo. Una trasparenza che si traduce in credibilità e , conseguentemente, in capacità di coinvolgere e, perché no, fidelizzare.
Restano comunque escluse dalle linee guida sui branded content situazioni smaccatamente promozionali come filigrane persistenti, foto di copertina e immagini profilo con prodotti di terze parti, marchi. Una dimostrazione di apertura e non di tacita e totale accettazione del fenomeno.
Aiuteranno le novità a un uso più etico e trasparente dell'influencer marketing? I prossimi mesi ci daranno risposta.