Apple in Italia. La notizia è volata su giornali, social e blog per un'intera settimana. Lo scorso 21 gennaio Apple ha annunciato l'apertura del primo Development Center d’Europa a Napoli, in sinergia con l'Università Federico II.
Buone notizie, insomma, per il panorama tecnologico e per l'ecosistema startup italiano, dato che il centro fornirà agli studenti competenze pratiche e formazione sullo sviluppo di applicazioni iOS. O almeno un primo passo verso l'ingresso dei talenti italiani in un panorama che può essere a tutti gli effetti considerato mondiale. Secondo i dati rilasciati dalla stessa Apple, in effetti, in Italia oltre 75.000 posti di lavoro sono riconducibili all’App Store e la comunità degli sviluppatori è in continuo fermento, terreno fertile per costruire un centro di sviluppo sul territorio.
Dopo l'annuncio, la visita del numero uno dell'azienda a Palazzo Chigi. Con il primo ministro italiano Tim Cook ha discusso di tecnologia e creatività, ma soprattutto ha incontrato cinque promettenti startup made in Italy.
Great to meet talented Italian developers today with @matteorenzi in Rome pic.twitter.com/2DcRPMYNHD
— Tim Cook (@tim_cook) 22 Gennaio 2016
Tra loro Qurami, l'app per gestire le code, Quokky, che archivia e gestisce in modo intelligente tutti nostri documenti, e Ganiza, l'applicazione che permette di organizzare una serata tra amici senza perdere ore in chiamate e messaggi su Whatsapp.
Eccoli qui i founder delle tre startup, Roberto Macina - che avevo già avuto il piacere di intervistare per Ninja Marketing lo scorso anno-, Filippo Veronese e Francesco Marino, reduci dall'entusiasmante incontro con Cook.
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22 gennaio, una giornata particolare. Ci racconti come ci si prepara a incontrare il numero uno di Apple in Italia?
Nel mio caso è stato meglio non prepararmi perché se l’avessi fatto forse mi sarei reso conto di quello che stavo per andare a fare. Scherzi a parte, aver ricevuto la visita di Luca Maestri la mattina nel nostro ufficio ha reso un “po’ più facile” la dura prova.
Pochi minuti di colloquio per mostrare Qurami, sia su iPhone che su Apple Watch, ma i più intensi e lunghi della mia vita. Alle fine ho cercato di far arrivare a Tim Cook tutta l’energia e la passione che tutto il team mette quotidianamente per cercare di far diventare Qurami una realtà sempre più utile nella vita di tutti i giorni!
Roberto Macina, CEO di Qurami
Ora che Apple ha deciso di investire direttamente in Italia, come cambia la prospettiva degli startupper made in Italy?
L’incontro di venerdì mostra come questo Paese stia radicalmente cambiando, abbiamo incontrato il nostro primo ministro e una delle persone più importanti al mondo, ma tutto è stato fatto in totale serenità e allegria, senza troppi formalismi, conta solo la sostanza.
Si apre una nuova era: siamo sempre stati dei grandi creativi in tutto quello che abbiamo fatto e grazie a questa scommessa di Apple possiamo rilanciare il nostro Paese. Questo investimento di Apple potrebbe trasformare Napoli in una capitale di innovazione e rilanciarla come centro di crescita europea.
Alla fine creare un'app di successo è un po' come creare un abito di alta sartoria.
Filippo Veronese, CEO di Quokky
Da Apple abbiamo imparato a risolvere i piccoli problemi quotidiani e a farlo con stile. Cosa imparerà Apple dall'Italia?
Non so cosa Apple possa imparare dall’Italia. Sicuramente le competenze italiane nel campo digitale (e non solo) sono già molto apprezzate in giro per il mondo, chissà che l’apertura a Napoli del centro di sviluppo non sia l’occasione per mettere alla prova ancora più giovani italiani di talento, e magari avere ancora più “italianità” dentro i prodotti e i servizi globali con cui interagiamo ogni giorno.
Francesco Marino, CEO di Ganiza