Mentre lo stereotipo dell’uomo di un tempo che “da grande voglio fare il posto fisso” impazza nelle sale cinematografiche di tutta Italia con record di incassi, il mondo del lavoro si muove nella direzione opposta.
I giorni della settimana lavorativa di 40 ore sono finiti da un pezzo, fatta eccezione per alcuni lavori in via d’estinzione; al loro posto crescono e si espandono i lavori da freelance, gli spazi di co-working e i gruppi di lavoro che si coordinano con i nuovi e potenti strumenti del web.
Lavorare come freelance è divenuta la norma. Lavoro con partita Iva e collaborazioni sono i termini più usati dalle nuove generazioni di lavoratori.
Secondo un recente articolo di Techcrunch la maggior parte delle startup europee e non, sta iniziando a utilizzare i freelancer per le mansioni più disparate.
I motivi sono da ricercare in alta preparazione accademica e lavorativa e in uno scontato interesse nei confronti della carriera, in altri termini: lavori per te stesso o per obiettivi per cui sei obbligato ad essere produttivo!
I numeri dimostrano che la generazione dei freelance è in piena espansione, soprattutto negli Stati Uniti.
Il lavoro da freelance, numeri alla mano
Recenti ricerche affermano che ci sono più di 53 milioni di liberi professionisti negli States, dato che ci permette di asserire con estrema facilità che i freelance stanno rapidamente divenendo una delle più grandi forze lavoro della postmodernità occidentale.
Più di un terzo di tutti i lavoratori americani hanno partecipato o partecipano ad attività di lavoro autonomo; rispetto all'anno precedente ci sono circa 700.000 nuovi liberi professionisti in più.
Diversa la situazione italiana. Non esiste, ad oggi, un Jobs Act per la categoria, anche se qualcosa all’orizzonte inizia a muoversi. Nuovi regimi fiscali, la possibilità di accedere a bandi pubblici e fondi europei e un pacchetto di tutele previsto dallo Statuto del lavoro autonomo. Il 2016 dovrebbe, e si spera, essere l’anno della svolta. L’obiettivo è quello di semplificare la vita alle partite Iva e ai liberi professionisti, ma per questo bisognerà ancora aspettare.
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La crescita del lavoro da freelance deve il suo successo ai tanti progressi fatti nella tecnologia che permettono il lavoro a distanza, la possibilità di gestire al meglio i propri orari di lavoro e, soprattutto, la facilità con cui si possono promuovere attraverso gli strumenti pubblicitari messi a disposizione dal web.
A breve queste peculiarità potrebbe obbligare gli imprenditori a non avere opzioni di scelta nella ricerca dei talenti.
Freelance: i vantaggi per le aziende
I liberi professionisti sono una risorsa importantissima per le aziende perché offrono una vasta gamma di benefici che la maggior parte dei dipendenti non possono offrire. Per cominciare hanno una certa familiarità con tutto ciò che riguarda il sistema impresa: contabilità, fatturazione, branding, marketing e coinvolgimento del pubblico sui social media.
I freelance, a differenza di molti lavoratori dipendenti, hanno molta più esperienza riguardo al pagamento di tasse, l'invio di fatture, la costruzione e il mantenimento di un marchio.
Un ulteriore vantaggio, per nulla trascurabile, è che gran parte dei freelance sono esperti nei loro rispettivi campi; hanno anni di esperienza, un portafoglio clienti e possono utilizzare le proprie esperienze pregresse per ripetere il successo di un lavoro andato a buon fine.
Che si tratti di un copywriter, un graphic designer, un addetto al servizio clienti o un social media strategist, i freelance sono professionisti esperti in grado di tuffarsi a capofitto su tutti i tipi di progetto.
Vantaggi anche sul fronte costi. Utilizzare un freelance può essere una soluzione più conveniente rispetto all’assunzione di un dipendente a tempo pieno. La convenienza non è solo economica ma anche di tempo: non bisogna formarli, accettano tipologie di lavoro diverse tra loro, non hanno costi diretti in termini di tasse o piani di pensionamento per l'azienda.