Questo articolo è stato scritto in collaborazione con Nunzia Falco Simeone, managing editor Ninja Marketing.
Nel mondo della comunicazione, oggi, abbiamo bisogno di un cambiamento radicale, di una rivoluzione. of InteractioBisogna ricordarsi che gli utenti non sono un’entità astratta, ma persone. Questo è fondamentale per creare contenuti e piattaforme adatte alle nuove necessità e capaci di cambiare il mondo.
Durante l’evento Frontiers of Interaction, la nostra managing editor Nunzia Falco Simeone ha avuto l’opportunità di incontrare Maria Giudice, Experience Designer di Autodesk, e di porle per noi qualche domanda sulle sue idee riguardo la leadership.
1) Nel tuo ultimo libro, identifichi un nuovo tipo di persona: dal CEO al DEO. Quali sono le caratteristiche di questo nuovo leader?
Nel mio libro parlo di come il vecchio modello dirigenziale sia legato a una logica che si può definire “comanda e controlla”: io sono il capo e ti dico cosa fare. Una persona ordina cosa fare alle persone più giovani e a chi si trova ai livelli inferiori nella gerarchia rispetto a lui.
Nel mondo di oggi, però, tutto è fatto di collaborazioni e accordi. Il mondo è davvero interconnesso e quindi servono altre qualità per essere un buon leader. Bisogna pensare in un ottica molto più vicina a quella del caos del web, rispetto a quella tradizionale del “si o no”. Il mondo è molto più complesso di così.
La prima importante qualità di un leader è quella di essere orientato verso le persone. Le aziende dovrebbero esistere per aiutare concretamente il mondo a essere un posto migliore per le persone che lo abitano. Quindi, in questo contesto diventa molto importante essere empatici, essere sicuri di intraprendere azioni che abbiano un impatto positivo sulle vite degli altri.
Non si tratta di avere a cuore solo i propri clienti, ma vuol dire prendersi cura anche delle persone che lavorano. Se si è interessati ai dipendenti loro saranno fedeli e lavoreranno con maggiore impegno.
Non ha senso solo a livello umano, ma anche in termini di business. Mettere le persone al centro è probabilmente la prima e fondamentale qualità di un buon leader.
Un’altra qualità è non avere paura di assumersi rischi. Il vecchio modo di pensare era molto orientato al come posso muovermi dal punto A al punto B con il minor rischio possibile, ma nel mondo di oggi bisogna mettersi alla prova, e non avere paura di fallire. Bisogna solo stare attenti a non sbagliare in maniera così grave da essere fuori dai giochi, ma fallire in maniera intelligente e riprovare.
Un'altra dote importante è essere pronti a ricevere consigli. Le decisioni hanno anche un impatto sugli altri e bisogna pensare in maniera molto più ampia. Quando si prende una decisione si deve tener conto di quali saranno le implicazioni: non si possono prendere decisioni da soli.
Il nuovo leader deve vivere in un mondo di creatività e analitycs. Il modello tradizionale di leader è molto focalizzato sui numeri e sulle metriche per prendere decisioni, mentre i nuovi leader devono avere sentimenti, devono comprendere che non ogni decisione è così assoluta. Bisogna usare questa combinazione di creatività e analisi per prendere decisioni. Trovare la giusta via di mezzo.
E, infine, non si può concludere mai nulla se non si è quel tipo di persona che fa di tutto per completare il lavoro a qualunque costo (N.d.A. Maria usa la frase "get the s**t done"). Questa è la cosa più importante. Si può continuare a provare e cambiare, ma alla fine della giornata si deve sempre consegnare qualcosa. Quindi, bisogna avere il coraggio di portare a termine il lavoro e non arrendersi mai.
2) Quali sono i trend attuali nella user experience design e quale sarà la prossima “next big thing” di questo settore?
Prima di tutto, odio l'utilizzo della parola user, perché noi non facciamo design per gli utenti: noi facciamo design per le persone. Dovrebbe essere People Experience e non User Experience, iniziamo da questo, iniziamo una rivoluzione in questo momento e chiamiamola PX.
Ho provato a utilizzare la parola User Experience, ma è davvero superata. Fin dall'inizio della mia carriera ho sempre cercato di fare design usando il giudizio delle persone come parametro. Anche prima dell'arrivo di internet, facevo la Print Designer e il mio primissimo capo ha instillato in me l'idea che il nostro lavoro consiste nell'aiutare le persone a capire e dare un senso al mondo. Da questa esperienza è nata la mia idea di pensare ai bisogni delle persone attraverso il design, questo per me non è mai cambiato. Il modo in cui consegniamo contenuto, informazioni e utilizziamo diversi mezzi deve tener conto delle specificità del mezzo.
Penso che quello che sta davvero iniziando a cambiare è il fatto che la tecnologia sta diventando così smart che riesce ad anticipare ora, attraverso data e algoritmi, ciò di cui la gente avrà bisogno poi.
Ad esempio Wordpress è un open up software. È un po' come se ci venisse servito un pranzo sempre alla stessa ora: "Posso prendere il dessert per primo, o posso mangiare gli antipasti o posso andare direttamente al primo”. Ma il modo in cui il software si andrà evolvendo nell'Internet of Things sarà qualcosa di molto più intelligente, sarà: "Io so esattamente cosa hai bisogno di fare, ti dirò e ti offrirò quello che deve essere il tuo prossimo step".
Potremo usare interfacce più adattabili per anticipare i bisogni e sarà molto eccitante. Questo è il motivo per cui i data sono così importanti e di valore: perché renderanno la vita più semplice, perché la tecnologia continuerà a migliorare per noi.
3) Secondo la tua esperienza, è il contenuto che modifica l’interfaccia o viceversa? In altre parole, viene prima il contenuto o l’interfaccia?
La cosa più importante è ciò di cui la gente ha bisogno e che desidera. Si inizia da queste domande: Come posso rendere la tua vita migliore? Quale tipo di tecnologia può provvedere ai tuoi bisogni? E come posso rendere l'esperienza così piacevole da farti chiamare "Wordpress il tuo dio"? Come posso dare inizio al passaggio dal “darti qualcosa che funziona” al “darti qualcosa che tu ami”?
Prima c'erano telefoni giganti, con un'antenna grandissima ed erano così divertenti. Invece, quando è uscito il primo iPhone la gente se ne è innamorata.
Questo ha segnato il passaggio tra desiderare qualcosa che funziona al momento in cui c'è e qualcosa che la gente ama e desidera assolutamente.
Ecco il mio lavoro: creare qualcosa di cui non solo hai bisogno o desiderio, ma di cui amerai l'esperienza.