Sabato 7 novembre, un'intera festa di quartiere: ecco lo scenario all’inaugurazione ufficiale del primo punto vendita in Italia di Domino's Pizza, la seconda catena al mondo di pizzerie d’asporto, per quota di mercato globale.
Taglio del nastro ed introduzione da parte di Alessandro Lazzaroni, responsabile dello sviluppo di Domino's Pizza Italia, e Richard Allison, presidente di Domino's Pizza International che ci ricorda quanto per questo brand sia significativa l’apertura del primo store in Italia e questa inaugurazione miri a coinvolgere la parte più importante del successo di Domino's Pizza: i suoi clienti.
Abbiamo rivolto alcune domande a Mr. Allison, per conoscere più da vicino il brand, le sue strategie e il suo piano di sviluppo in Italia.
Domino’s Pizza nasce nel 1960 con il nome di Dominicks; oggi arriva in Italia. Qual è stato il momento di svolta che ha permesso al brand una diffusione globale?
Domino's Pizza nasce nel 1960 e pochi anni dopo, nel 1965, apre i suoi primi tre punti vendita negli Stati Uniti, gli stessi che sono rappresentati dai tre puntini nel logo. Circa 24 anni dopo, agli inizi degli anni ’80, il brand inizia ad aprirsi al mercato internazionale con il primo negozio in Canada.
Proseguendo con alcune date che hanno segnato il percorso di diffusione internazionale di Domino's Pizza, abbiamo il 2012, anno in cui lo sviluppo internazionale ha superato quello nazionale americano, fino al 2015 in cui i punti vendita internazionali sono 7.000, vale a dire 2.000 in più di quelli negli Stati Uniti.
Siamo il brand che ad oggi cresce maggiormente nel panorama internazionale con quasi 12.000 punti vendita in 80 Paesi del mondo.
Non solo pizza, ma pasta, panini e molti altri prodotti. Quali sono i piani per l’Italia? Prevedete un’attenzione particolare ai prodotti tipici locali?
Ad ogni Paese il suo menu.
Ogni qualvolta decidiamo di aprire un nuovo punto vendita, oltre a studiarne il panorama locale e progettare la strategia di sbarco, ci concentriamo sull’analisi dei prodotti tipici locali e sulla ricerca di fornitori di materie prime locali; questo ci permette di creare un menu su misura, costruito in base al mercato e personalizzato sulle richieste dei clienti.
In Italia, Domino's Pizza, ha fin da subito privilegiato la scelta di ingredienti 100% Made in Italy per la sua pizza “very Italian”, includendo anche tutti quegli ingredienti tipici come la Mozzarella di Bufala o il Prosciutto di Parma.
Il menu che stiamo pensando è all’insegna dell’italianità, una vasta scelta di prodotti, oltre alla tipica Domino's Pizza, che sarà impossibile ritrovare fuori dai confini nazionali.
Come è possibile costruire un’unica filosofia di impresa quando si è presenti in oltre 80 mercati?
Puntare sul team building e sul portare la cultura del brand in ogni mercato sono le due chiavi del successo di Domino's Pizza.
Il segreto sta nella squadra, ogni membro dello staff è un “Domino’s Cheer” che con passione ed entusiasmo si mette al servizio del cliente coinvolgendolo e trasmettendogli la filosofia di Domino's Pizza.
Noi come Domino's Pizza ci poniamo l’obiettivo di mantenere e diffondere un’unica cultura aziendale, puntando però su un team locale, formato da giovani, scelti tra quelli più entusiasti e solari, in grado di plasmare la brand culture sul panorama locale, senza però perdere di vista i valori principali che caratterizzano Domino's Pizza e che vogliamo rimangano ben evidenti in ogni punto vendita che apriamo, sia esso di proprietà che in franchising.
Il sistema Pizza Profile sarà accessibile anche in Italia? Sarà determinante nella prospettiva di sostituirsi alla pizzeria di quartiere?
Certo, il Pizza Profile sarà abilitato presto anche in Italia essendo uno dei pilastri che caratterizzano l’innovazione e la tecnologia che Domino's Pizza porterà anche nel Bel Paese.
Pizza Profile è uno strumento importante che abbiamo a disposizione per competere sul mercato italiano, in quanto offriamo ai clienti la possibilità di ordinare la loro pizza preferita direttamente dallo smartphone: negli altri mercati in cui siamo presenti con un punto vendita, più del 50% degli ordini arrivano dal digitale e non vogliamo che questa possibilità sia da meno in Italia.
Ad oggi il profilo che un cliente di Domino's Pizza ha creato non funziona “crosscountry”, ossia se il profilo è stato creato in Italia questo non funzionerà all’estero, ma non è detto che non lo sarà mai, potrebbe diventare internazionale, in futuro…
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Come vi state preparando alla agguerrita concorrenza italiana? Un allenamento alla Rocky a base di farina e pomodoro?
Ogni negozio che apriamo è speciale, ma questo è particolarmente speciale nella storia di Domino's Pizza, una mossa audace quella di portare la pizza in Italia, ma una scelta in cui crediamo fermamente.
In Italia ci sono e ci saranno centinaia di pizzerie che noi rispettiamo ed ammiriamo sia per il modo con cui conducono la gestione del locale, sia per il loro rapporto con i clienti. Domino's Pizza si pone in competizione con loro per quanto riguarda un buon prodotto, fatto con ingredienti completamente italiani e un servizio di consegna innovativo, con la promessa di avere una pizza calda e in tavola in 30 minuti. Domino's Pizza, infatti, ti consegna la pizza alla porta di casa, non semplicemente al citofono in strada.
L’impiego della tecnologia digitale permette di ordinare direttamente dallo smartphone con un sms o un tweet, mentre la cura del punto vendita crea uno spazio piacevole in cui presentarsi per ordinare il prodotto, potendo consumarlo direttamente lì. Uno spazio per tutta la famiglia marchiato Domino's Pizza.
Domino's mette a disposizione dei clienti un’offerta completa e competitiva per varietà di prodotti e prezzi bassi. Ci saranno sempre centinaia di pizzerie in Italia e non ci preoccupa, anzi, questa è una delle cose che apprezziamo di più di questo Paese.
Lo scorso 7 novembre l’inaugurazione del primo punto vendita in Italia, ora un piano di aperture per il 2016, il primo passo verso uno sviluppo tutto italiano di Domino's Pizza, tra negozi di proprietà e negozi in franchising, in cui gli ingredienti italiani, la tecnologia e il team giusto sono i fattori di sviluppo.