La biometria è uno strumento sempre più utilizzato in termini di sicurezza da un vasto range di industrie, soprattutto dal settore turistico e da quello bancario.
Lettura delle impronte digitali, conformazione dell’iride e rilevamento dei battiti del cuore sono solo alcune delle variabili identificative prese in considerazione dalla tecnologia biometrica.
Dal check-in doganale al prelievo bancario
Come spiega l'articolo di Business2Community, la biometria sta trovando maggior campo di applicazione alla dogana e al check in per ridurre le code ed aumentare l’affidabilità della verifica identificativa. Le più grandi compagnie aeroportuali stanno iniziando ad utilizzare strumenti biometrici in sostituzione della tradizionale carta d’imbarco. L'esempio principale è rappresentato da US-VISIT, il programma elettronico che raccoglie e confronta impronte digitali e fotografie dei viaggiatori per verificarne l'identità e confermare la conformità con le norme in materia di visti e immigrazione.
La biometria è inoltre sempre più utilizzata nel sistema bancario internazionale per dare la possibilità ai cittadini dei Paesi in via di sviluppo di avere accesso al proprio denaro abbattendo le barriere linguistiche, soprattutto in caso di analfabetismo. Anziché utilizzare una tastiera con numeri e lettere, in alcuni Paesi le banche hanno infatti implementato uno scanner di impronte ai bancomat. In questo modo si riesce ad aumentare l’accessibilità a fasce di popolazione altrimenti escluse dall’accesso ai propri risparmi.
La biometria sembra quindi essere pronta a rivolgersi ad un pubblico sempre più vasto, puntando a migliorare sicurezza e routine quotidiane.
Tecniche biometriche e fiducia dei consumatori
Ma i consumatori quanta fiducia ripongono in questa nuova tecnologia? Poca.
A rivelarlo, un sondaggio Boxever che ha raccolto le opinioni dei consumatori sul modo in cui pensano che siano raccolti i propri dati personali dal comparto turistico. Il 62% dei viaggiatori non vuole che le compagnie possano localizzare la propria posizione, il 50% dei viaggiatori non vuole condividere i propri dati personali. La ragione principale: mancanza di stima e fiducia.
Il trend allarmante dovrebbe far capire quanto sia ancora lunga la strada da percorrere per guadagnare la stima dei consumatori, consapevoli della penetrabilità di queste tecnologie identificative dal punto di vista della privacy.
I consumatori sono poco propensi ad inserire le proprie impronte nei database delle compagnie, per timore che i propri dati personali possano essere facilmente violati.
Trasparenza nel trattamento dei dati personali
Le aziende che decidono di investire in biometria, devono quindi guadagnarsi la fiducia del pubblico affinché tali strumenti possano essere accettati con tranquillità.
L’ostacolo maggiore è rappresentato dall’utilizzo dei dati personali. Oltre a dover assicurare che i dati sensibili siano sicuri e confidenziali, le compagnie devono garantire trasparenza, mostrando ai consumatori come vengono utilizzati i propri dati e perché vengono raccolti.
Se le compagnie sapranno utilizzare le informazioni quali geolocalizzazione, lettura delle impronte o dell’iride, miglioreranno la customer experience e potenzieranno la sicurezza, sapranno certamente guadagnarsi la fiducia dei consumatori e fare accettare la biometria con maggiore serenità.