È di poco fa la notizia della scomparsa di Elio Fiorucci, fondatore dello storico brand di abbigliamento Fiorucci. Lo stilista milanese amante del genere pop ci lascia a 80 anni, dopo aver lasciato un segno indelebile nella storia della moda italiana.
Ecco una lista di sue citazioni con cui vogliamo ricordarlo.
Sulle donne
"Quando qualcuno mi domanda cosa avessero a che fare gli angeli con le donne nude, rispondo che ogni donna nuda è come un angelo. Un dono divino."
Sugli schemi
"Nella mia carriera ho avuto una grande fortuna: la capacità di rompere gli schemi decontestualizzando tutto quello che mi piaceva per poi proiettarlo nell'immagine Fiorucci."
Sui suoi abiti
"Ho realizzato e realizzo abiti che stanno bene a tutti, senza distinzioni. Poi, certamente, sta a chi li indossa il compito di valorizzarli."
Sullo stile
"Il nostro modo di vestire è il nostro bigliettino da visita, dobbiamo prendercene cura e rovinare il pensiero creativo dell’uomo è un delitto imperdonabile."
Sull'innovazione
"Io non mi sento uno stilista, mi sento una persona libera, un sensitivo che ha incontrato molte persone e che si è fatto affascinare e suggestionare dagli occhi dai loro occhi. Io guardo le persone negli occhi, è questo che mi ha portato a sperimentare e innovare credendo in primis nella forza delle persone."
Sulla Love Therapy
"La terapia dell'amore (Love Therapy) Fiorucci equivale ad amare il prossimo, dando, attraverso i miei prodotti, un messaggio etico dell'amore."
Sul marketing spirituale
"Un’attività commerciale o industriale deve partire da un progetto spirituale, perché i consumatori sono sempre in grado di riconoscere i valori essenziali di un prodotto."
Sugli animali
"Il bene deve essere sentito come vocazione umana, indipendentemente dai singoli fenomeni religiosi che, spesso, si sono allontanati dalla purezza originaria. Si tratta ovviamente di sottoporre a rivoluzione anche un modello sociale di sviluppo e consumo come quello attuale, partendo dal concetto che il benessere di ognuno di noi non dipende solo da quello dell'altro ma soprattutto dall'equilibrio con la natura e con ogni forma di vita. Allora, perché continuare a incoraggiare e foraggiare, con i nostri consumi, un modello che sfrutta gli animali? Il consumo di carne nella civiltà contadina era, oltre che contenuto, legato a cicli naturali e basato sul rispetto degli animali. L'allevamento intensivo di oggi è, invece, una forma di crudeltà inaccettabile: togliere la dignità ad un animale è un'alterazione grave dell'armonia cosmica."