Minds.com è stato lanciato in versione beta solo tre settimane fa, ed è fruibile da web o tramite le app per iOS e Android.
Il fondatore Bill Ottman , che si definisce anche un artista, attivista e musicista, ha dichiarato: “L’umanità era chiaramente desiderosa di un social network globale che rispetti la libertà e democrazia e ricompensi i suoi utenti invece che spiarli o manipolarli con gli algoritmi”.
Minds offre infatti la possibilità di aprire un proprio canale in cui possono condividere scritti, immagini e video sia con la propria comunità su Minds.com che, da qui, con i propri seguaci Facebook e Twitter.
Nessun algoritmo filtra o limita la visibilità di ciò che è pubblicato, ma è possibile potenziarne la portata spendendo dei crediti. All’iscrizione ogni utente ne riceve 100 e ne accumula altri semplicemente usando il social: più commenti, voti, follow si fanno, più punti si accumulano.
Si può andare alla scoperta di post interessanti nel feed delle notizie e scoprire così utenti da seguire, come in Twitter.
Se due utenti si seguono a vicenda, la piattaforma attiva per loro la possibilità di scambiare messaggi e chattare in totale privacy e sicurezza. Ogni scambio infatti è cifrato, e poiché il metodo utilizzato è a conoscenza zero, nessuno, nemmeno il personale di minds.com può carpire il contenuto di ciò che viene scambiato.
Se la possibilità di aprire un profilo anonimo e di scambiare messaggi cifrati non lo consideri sufficiente, Minds.com può essere usato da un browser TOR, garantendo un ulteriore livello di privacy e anonimità.
Alcuni hanno insinuato che sia il social network di Anonymous (ma come potrebbe esserlo se è una organizzazione decentralizzata?) o, al contrario, una trappola predisposta dalle agenzie governative USA per attirare gli attivisti della privacy.
Bill Ottman naturalmente nega e precisa che solo alcuni attivisti di Anonymous si sono interessati al progetto.
Minds.com si propone come alternativa a Facebook, di cui contesta che non sia veramente gratuita ne trasparente: sappiamo bene oramai che sono i nostri dati la moneta con cui paghiamo Mark Zuckerberg.
A mio avviso però anche Minds.com non è del tutto trasparente. I servizi di base sono infatti gratuiti, ma scorrendo i termini di servizio si scopre che saranno disponibili upgrade a pagamento per avere più spazio, o un nome di dominio.
Come dicono gli americani? Non c’è mai davvero un pranzo gratis. Nessuno ti regala niente.