Marcel Proust, a proposito di come il mondo potesse essere stato creato, chiamava in ballo l'artista e la sua arte:
"il mondo non è stato creato una volta, bensì tutte le volte che è sopravvenuto un artista originale".
Nel 2010, a Favara, una piccola cittadina a due passi dalla Valle dei Templi di Agrigento, accadde un qualcosa di molto simile a ciò che disse Proust: l’originalità e l’eclettismo di due insospettabili artisti si posero come basi di un ambizioso progetto di rivalutazione architetturale e sociale. Di cosa stiamo parlando? Di Farm Cultural Park, un’oasi culturale e parco artistico in Sicilia.
I due insospettabili in questione sono il notaio Andrea Bartoli e la moglie, l’avvocato Florinda Saieva, i quali portano avanti il progetto Farm Cultural Park, ponendolo, da un lato, come antagonista all’abusivismo edilizio e all’incuria – problemi ancora molto forti nel sud Italia - e dall’altro, come alternativa valida ed economicamente concreta di rivalutazione sociale e di sviluppo sostenibile, anche in contesti difficili e/o restii al cambiamento.
Cosa propone Farm Cultural Park ai suoi visitatori?
Innanzitutto la visita guidata all’interno di una Kasba siciliana, composta da sette corti collegate tra loro, che a loro volta formano il Cortile Bentivegna e che a loro volta ospitano una serie di piccoli palazzi storici e annessi giardini in stile arabo; il tutto all’interno del centro storico di Favara. La farm offre una programmazione culturale continua di stampo avanguardistico: ogni quattro mesi si potranno visitare mostre d’arte temporanee e permanenti, incontrare creativi e artisti provenienti da ogni parte del mondo che soggiorneranno nei sobborghi della Kasba. Si potrà partecipare a workshop e attività culturali per tutte le età e/o far vivere ai propri bambini un’esperienza unica nel Farm Children Museum: una struttura dove i bambini potranno giocare e divertirsi imparando. Ed ancora presentazioni di libri, concorsi di Architettura, serate musicali e spettacoli performativi.
La Farm nel concreto
Nel concreto, Farm Cultural Park si struttura in tre gallerie d’arte e due spazi espositivi, un centro di architettura contemporanea ed un complesso di residenza per artisti. Una scuola di specializzazione in Hotelleria d’avanguardia, oltre ad un sistema di albergo diffuso all’interno del centro storico di Favara. Come se non bastasse, ritroviamo anche un centro di grafica e web design.
Non solo Arte Contemporanea
Ma Farm Cultural Park non è solo arte e avanguardia, ma anche cibo e convivialità, infatti nei giardini delle sette corti, si potrà partecipare ad un barbecue insieme agli altri visitatori o assistere ad una rassegna di musica live, mentre nello spazio Ginger si potranno gustare piatti tipici della tradizione siciliana ma anche di altre culture e nazionalità. O se si vogliono mettere alla prova le proprie doti culinarie, è possibile farlo utilizzando la cucina a vista nello spazio Nzemmula. Insomma, dopo la Tomorrowland di Brad Bird, un salto a Favara è d’obbligo!
Tutte le iniziative di Farm Cultural Park, sono autofinanziate attraverso attività di crowdfunding online e offline, con le attività culturali, musicali ed artistiche organizzate all’interno del parco, sfatando così il luogo comune tutto italiano secondo cui con la «Cultura non si mangia!». I tre luoghi che hanno maggiormente ispirato questo progetto tutto siciliano sono tre realtà internazionali che uniscono la forza delle loro tradizioni con l’irrompente forza l’innovatrice post-moderna e la voglia di una nuova socialità di questo nostro periodo storico: il Palais de Tokyo di Parigi, Marrakech in Marocco ed il mercato di Camden Town nel nord di Londra.
Riconoscimenti e menzioni
Tra i riconoscimenti ricordiamo il Premio Cultura di Gestione 2011 di Federculture, la Federazione delle Aziende e degli Enti di gestione di cultura, turismo, sport e tempo libero, l’invito alla XXIII Mostra Internazionale di Architettura di Venezia nel 2012 e la menzione nella classifica redatta dal blog britannico Purple Travel, che recensì Favara Farm Cultural Park, collocandola al sesto posto come meta turistica per gli appassionati d’arte, preceduta da Firenze, Parigi, Bilbao, le caratteristiche isole greche e New York!
Nell’attesa che questa realtà siciliana possa replicarsi in ogni regione del sud Italia (ma non solo!), chiudiamo con un altro aforisma, in pendant con la mission della Farm Cultural Park di Favara: così scriveva Fedor Dostoevskij:
«La bellezza salverà il mondo»