Dal 2009, TIM #Wcap ha supportato 220 progetti di business, selezionandoli tra circa 7.000 idee, e ha inserito tra i fornitori delle business unit oltre 20 startup tra quelle accelerate, in Italia sono attualmente presenti con quattro acceleratori a Milano, Bologna, Roma, Catania.
Il 4 marzo ha preso il via la Call for Ideas 2015 di TIM #Wcap Accelerator, il programma di open innovation di Telecom Italia che accelera startup con idee disruptive in ambito digitale, che ha selezionato 40 startup sparse su tutto il territorio italiano per trasformare le idee in imprese pronte a entrare sul mercato.
Qualche domanda a Marco Lotito, responsabile di TIM #Wcap di Bologna per capire meglio quali siano i requisiti necessari per fare innovazione in Italia e in che modo orientarsi tra i numerosi programmi a disposizione.
Cosa significa fare innovazione al TIM #Wcap di Bologna?
A Bologna sono nate e continuano a nascere interessanti esperienze comunitarie. È una città vivace, sempre più social e smart, in cui l’innovazione trova una declinazione molto caratterizzata, fortemente legata al tessuto sociale e al territorio. In questo contesto è molto stimolante proporre la nostra visione di open innovation.
Ma la comunità basta per fare innovazione?
È un ottimo punto di partenza per progettare il futuro. Da Bologna arrivano startup che sono casi di successo planetario come Yoox, PizzaBo, Musixmatch e anche la nostra Wiman, di recente supportata da TIM Ventures con un coinvestimento di 700.000 euro. È chiaro quindi che ormai esistono dei tratti distintivi che portano gli investitori ad avere un’attenzione particolare per la nostra città.
Qual è secondo te il modo giusto per costruire un ecosistema dell’innovazione?
Credo si debba essere inclusivi e positivi. Il nostro è un approccio aperto che si riconosce anche nella varietà degli eventi che organizziamo ed ospitiamo in via Oberdan. Ecosistemico, appunto, con l'obiettivo di creare sinergie intorno alle idee migliori. Inoltre, in una città carica di storia come Bologna, bisogna costruire dei solidi ponti tra passato e futuro.
E questo vale per tutta l’Italia: non perdere il contatto con la nostra storia può rappresentare un vero punto di forza e una qualità unica anche per il modo in cui si fa innovazione.
Il segreto del successo di un team?
Prima di tutto la serietà, l’affidabilità, l’impegno. Tutte qualità senza le quali non si arriverà mai all’execution. Ci vuole sacrificio. Almeno nella fase iniziale, la grinta può sopperire anche alle carenze tecniche.
E la creatività?
È fondamentale, se viene intesa non tanto come capacità di partorire idee, ma di realizzarle.
Come funziona quello che voi di TIM #Wcap chiamate Digital Innovation Year?
Si tratta di quattro mesi di accelerazione e di altri otto di mentorship e coworking. Mettiamo a disposizione delle startup dei mentor, ovvero esperti che forniscono tutto il supporto le informazioni di cui hanno bisogno i team. Inoltre nel coworking si crea sempre una dinamica virtuosa: le startup (anche quelle delle edizioni precedenti) si aiutano a vicenda condividendo competenze e soluzioni.
In che modo una startup cresce e si sviluppa con TIM #Wcap Accelerator?
Quando una startup entra in TIM #Wcap viene subito inclusa nell’Albo Veloce che la certifica come fornitore Telecom Italia. Viene accelerata e in pochi mesi è in grado di aggredire il mercato di riferimento con una maggiore consapevolezza. Nel corso degli anni inoltre abbiamo attivato anche altri strumenti come il Basket Innovazione e il fondo investimento di TIM Ventures.
Funziona?
Certo! Ovviamente con risultati diversi a seconda della squadra. I team che stanno andando meglio sono quelli che hanno instaurato un rapporto di fiducia con noi, penso a Kopjra, una startup che si occupa di tecnologie legali, a Localjob (unico team italiano che ha vinto Start-Up Chile), ma anche ad Awhy, Efesti, Work Wide Women. Gruppi di ragazzi e ragazze che sono consapevoli di aver contribuito a scrivere una parte importante della storia di TIM #Wcap Accelerator.