Mobilegeddon e Facebook changes, gli ultimi grandi cambiamenti del web rischiano di travolgere alcune startup che su agloritmi e API hanno basato la propria idea di impresa.
Dopo la rivoluzione mobile di Google, che ha cominciato la sua inarrestabile penalizzazione dell’enorme quantità di siti non mobile friendly, il problema è arrivato lo scorso 30 aprile anche dalle API di Facebook.
Mobilegeddon e Facebook changes se non sei nato pronto
Se è vero, come riportato dal Sole 24 Ore, che Agenzia delle Entrate e Borsa Italiana non hanno una versione mobile dei loro siti e che ben otto Università su dieci dovranno provvedere a rinnovare i propri siti web per non rischiare di essere penalizzate sul motore di ricerca più utilizzato in Italia, non pochi problemi stanno creando anche le modifiche apportate da Facebook al proprio algoritmo, con lo scopo principale di migliorare l’esperienza dell’utente, ma con alcune conseguenze correlate da non sottovalutare.
Con una certa dose di disperazione da parte di tanti Social Media Manager e piccoli brand poco inclini ad investire in annunci su Facebook, nelle ultime settimane abbiamo già visto diminuire la reach organica delle pagine, mentre i contenuti pubblicati dai profili personali vengono privilegiati nel News Feed.
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Da un lato i cambiamenti del social di Zuckerberg non piacciono ad aziende ed editori che utilizzano le loro pagine sul social per una più efficace diffusione dei contenuti online, ma qui la partita delle visualizzazioni è ancora tutta da giocare, dato che secondo indiscrezioni Facebook starebbe trattando con alcune testate internazionali per portare le notizie direttamente all'interno del social, senza rimandi a siti esterni, garantendo comunque ai giornali una parte degli introiti prodotti dalla pubblicità.
Startup social, il cambiamento arriva dalle API
Dall’altro, però, ci sono i danni indiretti causati a startup che forniscono servizi collegati alla gestione dei social network, dovuti in particolare alle modifiche di utilizzo delle API pubbliche.
Un esempio su tutti è quello di PostPickr, startup italiana, nata con l’idea di fornire ai propri utenti un tool esterno attraverso il quale poter gestire in unico ambiente profili personali, pagine e gruppi su Facebook, account Twitter, company page e gruppi Linkedin.
Dal 30 aprile Facebook ha inibito la gestione dei Gruppi attraverso le sue API pubbliche e l'effetto è valido per tutti i tool di terze parti che sfruttano questa funzionalità e dal 12 maggio anche Linkedin inibirà l'accesso alle API per la gestione dei gruppi a tutti i tool, tranne (pare) pochissimi partner privilegiati.
Se già prima di questa ulteriore modifica, in tanti sostenevano che Facebook penalizzasse la visualizzazione di contenuti pubblicati attraverso strumenti esterni come Hootsuite o BufferApp, oggi il problema diventa reale per tutte le startup che sfruttano queste funzionalità dei social.
E la batosta arriva anche per tutti quei tool di social media listening e sentiment analysis che utilizzano proprio il sistema di API di Facebook.
Un altro esempio, quello di Tint, un servizio di audience management, che ha comunicato con una email ai propri utenti la dismissione da parte del social network delle API che permettono di accedere ai dati degli hashtag entro il 30 aprile, inibendo quindi anche l’accesso alle statistiche.
Il messaggio inviato dal Developer Team di Facebook ad una serie di “Preferred Facebook Marketing Partners” spiegava che entro la fine di aprile 2015 Facebook avrebbe mandato in pensione la versione 1.0 delle sue API, con l’introduzione della versione 2.0.
Alcuni sviluppatori hanno quindi dovuto significativamente rivedere il funzionamento delle proprie applicazioni, o spegnerle del tutto, come nel caso di Job Fusion, basato sulla capacità di indicare dove lavorano gli amici di un utente per mostrare offerte di lavoro nelle rispettive aziende. Ora Job Fusion annuncia lo spegnimento del proprio servizio con un messaggio sul proprio blog.
Secondo quanto riportato da Tech Crunch, tra le app costrette a spegnersi, o che hanno già dovuto modificare pesantemente il proprio funzionamento bisogna includere anche CareerSonar, Jobs With Friends e adzuna Connect.
Mobilegeddon e Facebook changes, cosa si nasconde dietro i cambiamenti?
Le API non supporteranno più neanche la possibilità di raccogliere i dati utilizzando una ricerca per parole chiave, di conseguenza gli aggiornamenti di stato pubblici non saranno più disponibili tra i dati, limitando una risorsa non indifferente per conoscere e analizzare le preferenze degli utenti.
Dietro questa nuova scelta di Zuckerberg potrebbe celarsi l’ipotesi di acquisire uno dei player del settore o l’intenzione di gestire direttamente queste funzionalità per offrire un tool di sentiment analysis ai brand, magari a pagamento proprio come i Facebook Ads.
Come assecondare i continui mutamenti del web se sei una giovane startup
Qual è quindi il segreto per una startup che fa dei social network il suo principale campo di azione? Come fare per star dietro ai continui cambiamenti tra social e motori di ricerca?
Oltre a tenere presente che l'obsolescenza tecnologica oggi è sempre più spesso immateriale, l’unica risorsa davvero disponibile è continuo aggiornamento e work hard, per non perdersi tra i mutamenti costanti di un mondo che decide giorno dopo giorno in che direzione muoversi, ampliando, eliminando, acquisendo e soprattutto sviluppando nuove soluzioni su misura per gli utenti sì, ma anche per il proprio business.