La musica in streaming ha rivoluzionato il mercato musicale, e Spotify è stato uno degli emblemi di questa rivoluzione.
Sembra, però, che il futuro dell'applicazione sia tutt'altro che roseo. Si parla infatti di perdite finanziarie significative, di artisti che lasciano la piattaforma e Apple che trama per accaparrarsi un posto nel settore.
Innanzitutto, Spotify, come riportato dal Wall Street Journal, chiuderà l'anno in perdita.
Benché il fatturato sia cresciuto del 45%, il servizio di streaming ha registrato perdite d'esercizio per 165 milioni di euro, un incremento di oltre l'80% rispetto ai 90 milioni del 2013.
Questo andamento negativo è dovuto principalmente all'espansione internazionale (Canada e Brasile tra i paesi raggiunti) e ai costi di sviluppo della piattaforma.
Inoltre i costi delle royalty e le spese di distribuzione sono aumentati allo stesso ritmo delle entrate, salendo a 882 milioni di euro alla fine del 2014, rispetto ai 603 milioni dell’anno precedente. In aggiunta a questi numeri, Spotify ha precisato che non intende fermare i suoi investimenti ed è intenzionata a sviluppare nuovi prodotti.
Oltre a questi dati non proprio incoraggianti, nel 2015 i contratti di licenza con Universal e Sony arriveranno alla scadenza, e soprattutto la prima sta spingendo affinché venga ridotta l'offerta di streaming gratuito.
E anche gli artisti, per primi, sono sempre più contrari a Spotify: Taylor Swift aveva ritirato la sua intera discografia, spingendo i propri fan ad acquistare la sua musica da iTunes.
I detentori dei diritti, infatti, si direbbero stanchi dei servizi di ascolto gratuito, poiché il compenso tramite pubblicità risulterebbe troppo esiguo, mentre un abbonamento mensile garantirebbe maggiori entrate sia per l’artista sia per la casa discografica stessa.
Altre grane arrivano dall'aumento dei prezzi per l'abbonamento a Spotify Premium sui dispositivi Apple.
Per gli acquisti di app, l'azienda della mela trattiene il 30%, e questo ha portato ad alzare l'ammontare da 9,99 a 12,99 euro al mese.
Apple, nel frattempo, sta spingendo sempre più per il rilancio di Beats (previsto per il 9 giugno), che oltre a costare di meno, potrebbe annientare a poco a poco lo streaming gratuito, a fronte di un aumento della qualità audio o della discografia disponibile (quello che ha già pensato Jay-Z con Tidal, del resto).
Sembra quindi che Spotify, e le ore passate ad ascoltare musica gratuita, abbiano i giorni contati.
L'unico barlume di speranza arriva dalla notizia dal Wall Street Journal, che preannuncia l'ingresso di Spotify nel servizio di video-business, già a partire da fine mese, settore nel quale però avrebbe comunque YouTube e Facebook come diretti concorrenti.
Dite che Spotify ce la farà? O siete già pronti ad appendere le cuffie al chiodo?