La stampa statunitense l’ha definita “email killer” ma possiamo dire che per una volta un aggettivo del genere non ci dispiace poi tanto.
Chiunque abbia vissuto l’esperienza di lavorare in team avrà certamente sperimentato un innumerevole scambio di e-mail, un espediente senz’altro eccezionale che rende tutti al corrente di tutto ma che, al di sopra di certi numeri, non facilita l’organizzazione di contenuti e la loro disponibilità immediata.
Fortunatamente c’è qualcuno che ha sperimentato sulla propria pelle tale disagio e ha deciso di darsi da fare per migliorare la situazione e così è nata Slack. In America l'app nata dall'omonima startup di San Francisco, è già così popolare da aver raggiunto in questi giorni un ulteriore finanziamento da 160 milioni di dollari, per un totale di capitale di 340 milioni di dollari.
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Più di 750.000 persone utilizzano Slack quotidianamente. Il numero di utenti attivi ogni giorno è più che raddoppiato dall'inizio del 2015 e l'applicazione è stata lanciata solo nel febbraio del 2014.
I clienti di Slack includono Adobe, BuzzFeed, Live Nation, il New York Times, e PayPal.
Come funziona
L’app consente ad un team di avere tutte le informazioni in un unico luogo, sempre accessibile, e di catalogare tutto attraverso l’uso di hashtag così da creare dei canali tematici ed organizzare la documentazione secondo criteri ben precisi. Inoltre l’app si integra con le più comuni app per il lavoro d’ufficio come Dropbox, Google Drive, Hangouts e Twitter e consente anche di fare ricerche d’archivio, scambiare messaggi e file audio e video.
Grazie a questa app mobile è dunque possibile creare un luogo dove far convogliare tutto il materiale necessario a chi sta portando avanti un progetto, quando lo scambio di informazioni, la famosa comunicazione interna, è la base per una buona riuscita e per la nascita di nuove idee ma senza essere troppo invadente e senza pretendere un eccessivo ordine da parte nostra perché, come si può capire, il numero di e-mail è davvero ridotto al minimo indispensabile.
Se siete interessati sappiate che sul mercato ci sono due versioni: una a pagamento - Slack Plus- da gennaio 2015 e una versione base gratuita, accessibile sia su dispositivi mobili iOS e Android sia su desktop, compatibile con sistemi Windows e Mac e scaricabile mediante App Store, Google Play o dal sito Slack.com.
Niente è per caso
Particolare è la storia della nascita di questa app, che vede la luce proprio in risposta a una necessità. I fondatori, prima di Slack, stavano mettendo a punto un gioco online, Glitch era il suo nome.
Il team del progetto, come spesso succede, era collocato in varie parti del mondo ed è facile immaginare la quantità di e-mail che intasava la loro caselle di posta. Da questa esigenza e naturalmente anche a causa dell’insuccesso del gioco online al quale stavano lavorando, il team diede vita a Slack.
L’app fu lanciata sul mercato nel 2013 da Stewart Butterfield, imprenditore canadese cofondatore di Flickr.
Si pensi che oggi Slack viene utilizzata dai gruppi di lavoro di note aziende e perfino da alcune redazioni giornalistiche: da Amazon alla AOL, da eBay alla Sony, da Yelp alla NBCUniversal, anche dalle redazioni dei magazine online "The Verge" e "BuzzFeed".
Tuttavia…
Sì, tuttavia c’è una nota dolente da sottolineare.
Il materiale scambiato servendosi della app a pagamento dà la possibilità ai dirigenti aziendali di accedere indisturbati alle informazioni contenute in questo luogo e dunque di poter leggere messaggi, archivi e conversazioni tra i dipendenti che stanno lavorando al progetto.
Che ne dite? Ci avete ripensato o la usereste comunque per ottimizzare il lavoro del vostro team?