Sarà per via dell'EXPO dedicato al tema di "Nutrire il Pianeta", sarà per il Seed&Chips, l'evento dedicato a cibo e tecnologia che si è di recente tenuto a Milano, o forse perchè per noi italiani il cibo è un chiodo fisso ? Sta di fatto che mai come ultimamente si parla di startup food sharing economy ed ovviamente le neo aziende nostrane la fanno da padrone.
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Seed&Chips Milano
Il Seeds&Chips si è tenuto a Milano dal 26 al 29 marzo 2015, definito come il primo salone internazionale dedicato all’innovazione digitale nella filiera agroalimentare ed enogastronomica. Ha dato voce ed un palcoscenico ad aziende e startup digitali che stanno innovando nel food attraverso le più svariate tecnologie.
Una area espositiva ed un palinsesto di conferenze per presentare, raccontare e discutere sui temi, sui modelli e sulle innovazioni che stanno cambiando il modo in cui il cibo è prodotto, trasformato, distribuito, consumato e raccontato.
I partecipanti all'evento hanno anche avuto l'occasione di visionare una mostra fotografica del National Geographic a cura di Marco Cattaneo.
Startup food sharing economy: il trend del momento
Cibo da sempre è sinonimo di condivisione, è nella cultura dell'uomo, ed oggi, nel 2015 utilizziamo il termine anglofono sharing economy per identificare il trend dell'economia basata sulla condivisione. Airbnb e Blablacar sono gli esempi più lampanti, il top of mind della sharing economy ci fa pensare al mondo dell'ospitalità e dei trasporti. E alla tavola chi ci pensa ? Ci pensano le startup food sharing economy.
Capostipite italiano del movimento è sicuramente Gian Luca Ranno, che avevo intervistato tra i 30 co-founder italiani, per chiedere anche a lui un consiglio per i giovani futuri imprenditori. La sua Gnammo unisce le parole chiave startup food sharing economy grazie alla cucina, in modo democratico, consentendo a tutti di diventare chef e guadagnare dalla propria passione. La massima espressione della condivisione, perchè è social, definita infatti social eating.
Abbiamo scoperto due nuove idee durante Seed&Chips, che abbracciano a pieno il senso di startup food sharing economy, appena nate ma determinate ad innovare, a favorire la condivisione del cibo, una a monte e una a valle. Si tratta infatti di bjull, per la sharing economy dei piccoli coltivatori e di MamaU, il takeaway di piatti pronti cucinati da cuochi amatoriali. Due idee 100% italiane che faranno sicuramente invidia a Rocket Internet, e alle sue HelloFresh e FoodPanda che per quanto siano già famose non hanno la passione che contraddistingue questi giovani innovatori del 2015.
bjull: più orti per tutti
Bjull è il primo marketplace che mette in contatto piccoli agricoltori con tutti coloro che desiderano portare in tavola qualcosa di unico e con una storia da raccontare. Segnalare la propria attività su bjull, registrando il proprio orto è semplice e gratuito, permettendo di accorciare la filiera mettendo in contatto diretto produttori e consumatori, non solo per acquistare la loro produzione ma soprattutto per condividerne la passione.
Attualmente in fase beta, il team di bjull ha già partecipato a diversi eventi oltre al Seed&Chips e tavoli EXPO, si appresta a partecipare il 9 maggio, ad una tavola rotonda per la provincia di Imperia in Liguria, città natale di Sally. Bjull verrà proposta come risorsa per le campagne per far conoscere i prodotti locali e dare la possibilità a chi fa un weekend fuori porta di provare un prodotto veramente locale, oltre ad avere in programma un tour estivo. A fianco della biondissima Sally Semeria, che si occupa delle pubbliche relazioni, Francesco Grandazzi (art director per Hagakure) segue gli aspetti più tecnici e grafici del progetto.
MamaU: la cucina di casa dove vuoi tu
MamaU mette in contatto MamEater e MaMaker, facendo incontrare chi cerca pasti cucinati in casa e vuole ritrovare i sapori tradizionali e della cura casalinga anche nei pasti fuori casa, con chi invece ha la passione per la cucina e vorrebbe trasformala in un'attività remunerativa, condividendo la propria passione per i fornelli.
Basta cibi precotti del supermercato, tramezzini delle macchinette automatiche, che a sto punto meglio digiunare, ma solo pasti cucinati con amore e dedizione dai selezionatissimi MaMaker di MamaU.
Il tutto ovviamente tramite un'apposita piattaforma web che facilita il match tra chi vuole mangiare e chi vuole cucinare.
Quattro giovani imprenditori ambiziosi, Michela Franco, Carlotta Gottardelli, Raffaele Bisogno e Andrea Giovanni Mainini, con background completamente diversi, ma uniti dall'ambizione e dalla passione per l'innovazione.
Cosa hanno in comune queste due startup ?
Oltre ad essere due startup food sharing economy, queste due realtà hanno un'altra cosa in comune, i founders infatti hanno ricevuto consigli e formazione da Augusto Coppola, durante l'edizione milanese di Innlab2014.
Se da un lato Sally di bjull, dopo l'esperienza in Airbnb aveva già le idee chiare sul suo progetto, i founders di Mamau invece avevano chiara in testa la voglia di mettersi in gioco, si sono conosciuti durante il programma ed è nata Mamau.
Il modulo Business model e Business planning del corso online in startup management per imprese innovative della Ninja Academy sarà tenuto proprio da Augusto Coppola, direttore del programma di accelerazione di LUISSENLABS, è uno degli ideatori di InnovAction Lab, di cui è presidente.