Twitter chiede richiede passione, tempismo, ironia e serietà. Un tweet retweettato (rilanciato) può avere una diffusione esponenziale.Lo avete capito. Twitter permette un uso professionale e un uso personale, ma personalizza i professionisti e rende professionali le persone.
Twitter, un esercizio quotidiano di igiene mentale - Beppe Severgnini
Se di Twitter si fa un uso professionale, sono parole in cui ci si può ritrovare facilmente: quanti minuti (o addirittura ore), avete speso nel tentativo di creare il tweet perfetto?
Qual è la miglior combinazione di passione, tempismo, ironia e serietà, che rimanga nel limite dei 140 caratteri?
Alla Cornell University, evidentemente, si sono fatti la stessa domanda. E sono riusciti a darsi una risposta: Retweeted More.
Retweeted More è un tool online che permette di scegliere la miglior combinazione di parole per uno stesso tweet, dando addirittura una percentuale di quale dei due tweet ha più probabilità di essere retweettato.
Nato da un progetto sostenuto da Google e NSF (National Science Foundation), usa uno speciale algoritmo che analizza la costruzione della frase, la retorica e le parole chiave, che distinguono il tweet perfetto.
La cosa più interessante è proprio lo studio riguardo alla scelta delle parole: di solito, infatti, quando si analizza la struttura di un tweet di successo ci si riferisce alla popolarità dell'autore o del topic. Ecco invece cos'hanno scoperto i ricercatori della Cornell:
Abbiamo verificato che molti tweet, contenenti lo stesso url e scritti dallo stesso autore, avevano differenti risultati in base alle parole usate. Scegliendo delle coppie di questi tweet, abbiamo chiesto: quale versione spinge a retweettare maggiormente?
Il metodo che abbiamo sviluppato è in grado di scegliere in modo migliore rispetto all'utente medio!
The effect of wording on message propagation - Chenhao Tan
Stranamente le parole che sembrano funzionare meglio sono: please retweet. Anche se la reazione iniziale è la pelle d'oca, per tutte le volte in cui in testa si ha il dictat: "L'engagement deve crearsi da sé, non bisogna richiederlo", in realtà questa combinazione permette di innalzare la probabilità di essere retweettati fino al 95%.
Un po' più tradizionali gli altri consigli: adottare un linguaggio coerente con il proprio target, creare fasi immediatamente comprensibili, ed evitare la prima persona singolare possono portare a un buon numero di retweet.
Per ora il tool è pensato solo per Twitter, ma probabilmente nel futuro verranno rilasciate versioni adatte a qualsiasi social.
Il principale inconveniente di Retweeted More è che la lunghezza del tweet viene automaticamente correlata con la capacità informativa. Aggiungere una parola random alla fine del tweet fa aumentare del 50% la probabilità di retweet, anche quando si sa che non è esattamente così.
Inoltre, come tutti i tool automatici che tengono conto dell'efficacia della comunicazione, si parla sempre di una tecnologia non in grado di capire l'umorismo, l'ironia o il sarcasmo.
Insomma sembra che per ora bisognerà ancora affidarsi alle proprie capacità di comunicazione, anche se i tool renderanno la vita un po' più facile.
E voi? Userete Retweeted More o vi affiderete solo alla vostra abilità di comunicatori?