YouTube, Vimeo, i video su Facebook, ora anche su Twitter. La comunicazione in movimento è sempre più diffusa e sembra proprio che i video pubblicitari, da sempre strutturati per andare in onda come spot televisivi, oggi siano destinati ai nuovi canali digitali pronti a una nuova era del video marketing.
Ma esiste un video perfetto? C'è un modo per far esplodere di viralità i propri contenuti? A queste e altre domande ci risponde Edoardo Scognamiglio, autore de “Le Iene”, co-founder ComboCut Film e docente del Corso Online in Video Marketing della Ninja Academy.
Veniamo subito al sodo: esiste la ricetta del video perfetto?
Non esiste il video perfetto, tantomeno una ricetta precisa da seguire passo passo. Esistono però dei modelli con cui costruire una video strategy e un racconto, una sorta di griglia da riempire per darsi una direzione. C'è tanto lavoro di ricerca, in due sensi: prima di sviluppare un video bisogna conoscere a fondo il brand e le persone a cui comunica. C'è creatività. Infatti la sfida, in un gioco di insiemi, è quella di inventare un video di valore sia per cliente e che per la sua audience. Quello che non deve mai mancare, per il successo di un video, è l'utilizzo nella storia di una leva emotiva.
Un video virale può davvero far guadagnare soldi alla mia azienda?
Da solo raramente. Una clip virale, o Hero Video per usare il linguaggio di Google, farà da apripista alla popolarità di un brand poiché conferirà alta visibilità in tempi brevissimi. È però necessario che il video sia affiancato da una solida azione di marketing in termini di "raccolta". La strada per trasformare una visualizzazione in un cliente esiste, va però strutturata.
Cosa hai imparato di utile per il video marketing lavorando a Le Iene?
Ho imparato a non accontentarmi mai di un'idea e a spingerla al massimo. Il programma è realizzato da autori di altissimo livello, bisogna quindi "competere" sulla creatività. Non essendoci nella redazione gerarchie o favoritismi, il valore di un servizio è valutato esclusivamente dalla qualità del contenuto.
D'altra parte in tv quello che conta è lo share: si realizzano prodotti video di intrattenimento che devono avere successo. Pena: lo zapping, perché se la gente cambia canale il tuo programma è spacciato. Questo know how l'abbiamo portato in ambito pubblicitario. Se ci pensate anche per una campagna su YouTube contano parametri similari: in quanti hanno visto il video, ma soprattutto, per quanto tempo?
Video star, youtuber famosi, virali… qual è lo stato attuale del video marketing in Italia?
Siamo in un momento di cambiamenti epocali. Forse è la prima volta negli ultimi dieci anni che i media tradizionali guardano al web con interesse e anche timore. Sono esplosi gli Youtuber, Netflix sta entrando nel mercato italiano, Facebook ha dichiarato guerra a YouTube come piattaforma per la fruizione di video. Succederà di tutto quest'anno.
E' quindi fondamentale, prima che sia tardi, capire perché un trend sta avendo successo e portarsi a casa delle dritte per costruire il prossimo. Ad esempio: tutti dicevano che un video virale doveva durare poco. Allora come li spieghiamo i 6 minuti medi di Favij? Perché proprio lui ha raggiunto più di 1 milione di iscritti e non un altro dei centinaia gamers in Italia? Oppure: perché quel video caricato nel 2007 improvvisamente nel 2015 esplode e diventa popolare? C'è una regola dietro?
Ho il "video perfetto". E ora come faccio a farlo vedere ai miei clienti e prospect?
Devi iniziare a lavorare prima di avere il “video perfetto”. Parlo di tempo impiegato per far crescere un'audience sui canali social aziendali, tempo per costruire un database di contatti, tempo per coltivare il tuo pubblico. Tutta questa macchina di marketing servirà a diffondere il video presso chi ti conosce e ti segue già. Parallelamente saranno necessari investimenti in adv (che sia Facebook, YouTube o un network) e la pianificazione di post sponsorizzati per raggiungere chi ancora non ti conosce.
Gangnam Style, Harlem Shake o Happy: quale tormentone ti ha fatto ballare di più?
A parte che ballo da schifo, l’azione di marketing che mi ha più colpito è stata quella di “Happy”. Ha generato un’enorme catena di video spontanei a livello planetario. Anche "Harlem Shake" ha avuto seguito, credo però che "Happy" si porti dietro una serie di valori molto più universali. Magari ci ho visto troppa poesia, ma è stata un'iniziativa fatta da popoli diversi sotto l'insegna di essere felici (contro le guerre, contro la violenza, ecc.).
Qual è la campagna di video marketing che avresti voluto firmare?
Old Spice, per come sono riusciti a combinare ironia ed effetti speciali.