Per il settore business la competenza e gli aggiornamenti sono il pane quotidiano, non bastano anni di studio e di esperienza sul campo. È importante aggiornare e migliorare continuamente le proprie conoscenze, soprattutto in un contesto lavorativo complesso e in continua trasformazione come quello attuale. È questa la motivazione per cui molte aziende decidono di investire risorse nelle business school, per dare ai propri dipendenti nuovi e importanti strumenti da investire nel proprio lavoro.
Sempre più giovani, dopo anni di studio, decidono di concentrare le proprie risorse nella formazione post-universitaria, con lo scopo di ottenere i mezzi necessari per diventare leader nel mondo del lavoro. Diverse sono le offerte garantite in tutta Europa, ma poche hanno e possono dare un vero valore aggiunto agli studenti: vediamo cosa ne pensa il Financial Times, il più antico e autorevole giornale economico-finanziario del Regno Unito.
European Business School Ranking 2014: la classifica del Financial Times
Ogni anno il Financial Times stila una top ten delle migliori Business School europee, una classifica che misura la qualità e la veridicità dei programmi post-laurea offerti da ottantuno scuole del vecchio continente.
Nella top ten della European Business School Rankings 2014 troviamo la Business School inglese, che resta protagonista al primo posto, seguita dalle università francesi e spagnole, che si alternano nelle posizioni tra secondo e quinto posto.
L’Italia si gode l’ottavo posto guadagnato dall’Università Bocconi.
Classifica business school: la Bocconi eccelle tra le italiane
Quanto riportato dalla classifica del Financial Times conferma il ruolo leader della Bocconi non solo in Italia, ma anche in Europa.
Questo posizionamento rappresenta un importante segnale per chi ha voglia di studiare business nel nostro paese senza dover a tutti i costi fare i conti con un viaggio all’estero.
L’ SDA Bocconi School of Management, aggiudicandosi questo traguardo nell’European Business School Ranking 2014, ottiene un ottimo risultato per il nostro paese, rispetto alla Spagna che occupa ben tre posizioni con le sue università, o al primo posto della London Business School.
L’Italia mostra ancora i muscoli nel mondo business. La soluzione dei nostri problemi non può e non deve essere ricercata necessariamente all’estero, ma anche e forse di più nel nostro paese, individuando modelli interessanti e mettendo in moto i processi necessari alla creazione di una emulazione positiva dei sistemi virtuosi. Adesso più che mai c’è bisogno di altre importanti realtà che siano in grado di regalare i migliori strumenti formativi per proiettare le nostre aziende nel ruolo di protagoniste del mercato internazionale.