Dopo l’annuncio dell’uscita di Rooms della scorsa settimana, abbiamo avuto la conferma che il trend che guiderà piattaforme e applicazioni nei prossimi mesi – se non anni – è quello di sviluppare esperienze sociali ponendo al centro i propri interessi, non più i propri contatti e collegamenti.
È, ad esempio, anche il caso di Quag, una rete sociale 100% Made in Italy che conta oltre 22 mila iscritti che ha fondato la sua essenza proprio sugli interessi, sulle passioni e sulle curiosità degli utenti.
A dispetto della caratteristica che ha permesso ai social più famosi di diventare dei veri e propri colossi, ovvero quella di entrare in contatto con altre persone secondo le proprie amicizie della vita reale, su Quag è possibile trovare e conoscere persone a te affini che prima non conoscevi grazie alla condivisione delle proprie passioni.
In pratica, su Quag sei ciò che posti, aldilà del tuo nome e delle tue barriere territoriali: puoi dialogare, condividere post, video, link… l’essenza della piattaforma è fondata sulla tua identità più profonda, sulle emozioni che condividi e sul modo in cui lo fai, non sull’aspetto che hai!
Rispetto all’ultima volta in cui vi avevamo parlato di Quag, oggi la piattaforma si è rinnovata e offre una esperienza d’uso ancora più coinvolgente grazie alla possibilità di scoprire nuovi argomenti vicini agli interessi già seguiti e grazie alle sempre maggiori interconnessioni tra Quagger.
Questo fruttuoso scambio di informazioni intorno ad interessi partecipati, innesca un naturale processo di condivisione delle idee che fa e farà solo che bene al nostro tempo speso sul web.
Troppo spesso, ormai, ci ritroviamo a scorrere velocemente le TimeLine, lasciando passare davanti ai nostri occhi orde di link e parole che il cervello non registra più.
Avere invece un luogo ricco sì di notizie, ma di qualità, selezionate secondo ciò che noi siamo più interessati ad apprendere, permetterà alle nostre menti di ricominciare ad essere incuriositi davanti ad un elemento condiviso, fermandoci qualche secondo in più a leggere di cosa si tratta, piuttosto che schiacciare passivamente il tasto “mi piace”.