In questi giorni Groupon rinnova il suo look - sia sul web che su app mobile. Si sa che dietro i restyling ci sono sempre delle prese strategiche di coscienza, in grado di influenzare l'operato quotidiano ma anche a lungo termine di un'azienda. La personalizzazione della ricerca è ora una priorità e lo sottolinea il CEO Eric Lefkosky - subentrato alla fuoriuscita del controverso past CEO Andrew Mason.
Ecco quindi che il sito si arricchisce di una nuova barra di ricerca, tab dedicate alle categorie di consumo ed al nearby, pagine tematiche e filtri di ricerca. In fondo Groupon è un "bimbo" del settore, ha solo 6 anni, ma il rischio di diventare "obesi" e rallentare c'è e nessuno ne è immune (vedi Facebook fatigue). Abbiamo incontrato ed intervistato Giuliomario Limongelli, International Vice President Sud Europa di Groupon.
Le diverse acquisizioni - Gnome, Ideeli, Ticket Monster in Corea e Blink in Spagna - raccontano un trend. Dove sta andando Groupon?
La prima missione di Groupon è il mondo dei servizi locali, quindi lavorare con commercianti che hanno un’insegna e una saracinesca. Di conseguenza se tu guardi queste acquisizioni ed il lancio di Gnome tutto va in questa direzione: offrire non solo un servizio di couponing puro ma creare un’esperienza di merchant engagement a 360° con piattaforme di prenotazione e di pagamento, dando loro la possibilità di gestire al meglio il loro business rispetto a quello che facevano prima. Soprattutto per alcuni mercati che possiamo considerare “non ancora evoluti” - come quello italiano – a livello di cultura digitale – è ovvio che la direzione è anche di tipo educativo. A prescindere dalle acquisizioni lo sviluppo dei prodotti viene dunque fatto per semplificare la vita al merchant e per spingerlo ad utilizzare internet ed il digitale.
E su questo il vostro reparto assistenza svolge un lavoro di training importante.
Un processo di alfabetizzazione quasi. Ci sono alcuni partner che non hanno nemmeno internet nel punto vendita o non sanno come accendere un computer: è ovvio che dobbiamo assisterli noi. Lato azienda siamo sempre stati molto rigidi e non abbiamo mai accontentato il merchant che si rifiutava di utilizzare gli strumenti offerti. Alle volte, anche forzando la mano, abbiamo sempre fatto in modo che venissero utilizzati perché oggettivamente tali strumenti gli semplificano la vita.
Rispetto agli altri mercati globali, l'Italia come si posiziona in graduatoria?
Ad oggi dopo gli USA è il terzo mercato più importante, dopo UK.
Come descriveresti invece il cliente tipo di Groupon Italia?
Il cliente tipo di Groupon Italia è soprattutto un cliente curioso. Se guardo, al di là dell’immaginario comune, le risposte che forniscono alle nostre survey scopro che vengono sul nostro sito non solamente per risparmiare ma per cercare qualcosa di nuovo: che sia un posto, un ristorante, un trattamento ecc. E’ poi un cliente molto informato, abituato a non prendere fregature e che desidera risparmiare. Non posso nascondere il fatto che comunque vengono sul nostro sito perché abbiamo delle offerte davvero interessanti. Da un punto di vista sociodemografico sono prevalentemente donne tra i 25 e i 45 anni con un reddito medio-alto sotto i 35-38 mila euro all’anno e per la maggior parte laureate: un profilo mediamente alto.
Personalizzazione, local e search: oltre Groupon quali altre società digital che si trovano all’intersezione tra queste tre realtà ti incuriosiscono?
Mi ha incuriosito un po’ in fase di partenza Foursquare perché a mio parere aveva tutte le carte in regola per entrare in un mercato di possibilità e per fare l’ultimo miglio, quello che noi ancora ad oggi non riusciamo a fare al 100%. Ma oggi Foursquare ha perso un po’ di appeal e non è riuscita a trovare il suo modello di business nonostante i 150 milioni di dollari di finanziamento. Sicuramente rimane un prodotto interessante ma ciò che mi interessa tantissimo in questo momento è cercare di capire come aziende come Blink - che Groupon ha acquistato - possano trovare una loro applicazione nel mercato locale quindi tutto ciò che è possibilità last minute.
Ad oggi tu puoi acquistare un coupon, prenotare e programmare la serata ma in Italia non c’è ancora un modello di acquisto istantaneo “sono in giro, guardo un’offerta interessante e l’acquisto”. Ci sono però tante piccole app interessanti come CheckBonus, un prodotto interessante che occorre seguire per vedere se il mercato lo capirà. Quel mondo della possibilità vissuta tutta tramite mobile a mio parere se trova la strada giusta – e per strada giusta intendo la transazione e non l’advertising model (che non funziona, a meno che tu non sia Facebook) – può diventare un mondo davvero interessante in cui noi di Groupon sicuramente entreremo. Ci siamo già ma occorre perfezionare i prodotti che abbiamo.
Ci racconti la tua giornata tipo? Trovi la pausa pranzo su Groupon?
La sveglia è abbastanza presto, per le 7 – 7,30 sono già in piedi e mentre faccio colazione già controllo le mail, le offerte e quant’altro. Il venerdì mattina riesco ad andare anche a correre dopodiché alle 8,30-9 sono in ufficio. Ho un’agenda abbastanza organizzata, passo da una tematica all’altra, la giornata è ricca di riunioni e dove c’è da intervenire intervengo. Curo ancora tantissimo la parte commerciale perché mi piace e seguo le grosse trattative. Esco dagli uffici alle 20 – 20:30 anche se ci sono giorni in cui riesco a staccare e fare altro e poi tieni presente che almeno 3 giorni a settimana sono in giro, fuori sede.
Come può il comparto delle daily deals mantenere la rilevanza nel tempo?
Ad oggi tra tutti i servizi a disposizione per gli esercizi locali abbiamo preso solo la parte bassa del funnel, quindi daily deal, coupon e sconti. La vera missione è prendere il "traffico sù". Ci sono player concorrenti come Tripadvisor che sono già a monte, devono costruire la parte a valle; noi dobbiamo fare il processo inverso che a mio parere è più facile perché c’è tanto materiale, c’è tanto lavoro editoriale da fare mentre la parte transazionale è già sviluppata. E’ questa la naturale evoluzione altrimenti il business così com’è non è destinato certo a scomparire ma rimarrà un business autoreferenziale e fine a se stesso.
L’obiettivo è: così come facciamo engagement con i merchant attraverso i nostri strumenti dobbiamo farlo anche con gli utenti a monte attraverso geolocalizzazione, recensioni, contenuto, engagement ed entrando in un’ottica social dando la possibilità di condividere e di fare rating sulle esperienze vissute con Groupon. Questa è la strada, non vedo altre strade per un percorso di successo.