Ormai ci abbiamo fatto l'abitudine: Facebook cambia ogni giorno sotto i nostri occhi!
Non si fa in tempo ad abituarsi alle ultime novità - come il passaggio obbligatorio a Messenger o la recente acquisizione di Moves - che quel diavolaccio di Mark Zuckerberg se ne esce con qualcosa di nuovo.
L'ultima trovata è apparsa meno di ventiquattrore fa nella sezione facebook for business del social network più famoso del mondo e riguarda i video e i nuovi strumenti per misurarne la reale portata.
Nel giro di qualche settimana saranno infatti introdotti questi nuovi elementi:
- monitoraggio del numero totale di visualizzazioni sopra i 3 secondi (elemento temporale imprescindibile dal momento in cui è stato introdotto l'autoplay su Facebook);
- monitoraggio del numero totale di utenti singoli che hanno guardato il video (scorporando così questo dato da quello di chi clicca più di una volta sullo stesso filmato);
- possibilità di essere informati solo sulle statistiche di chi guarda una buona percentuale del video (la soglia può essere impostata da 25, 50, 75 e 100%, se quel che interessa è sapere chi è arrivato alla fine del video);
- Audience Retention o soglia di attenzione: un chiaro grafico informerà gli autori del video su quali sono i momenti in cui l'attenzione è scemata, permettendo loro di apporre le dovute correzioni; inoltre Facebook invierà un report in cui saranno illustrati i momenti di caduta dell'attenzione anche in base al tipo di target per cui era stato pensato il filmato
"Se per esempio" si legge nel testo di facebook for business " le donne tra i 18 e i 34 anni sono il target della vostra campagna, i dati di caduta dell'attenzione mostreranno il numero di visualizzazioni ricevute da quel particolare target di persone".
I servizi appena elencati saranno disponibili sia per i video caricati gratis, sia per quelli a pagamento (con ovvio scopo commerciale).
Come dovremmo leggere queste novità?
Se da un lato si possono vedere come un tentativo di stare dietro al colosso del mondo video, Youtube - che questi strumenti di calcolo analitici li utilizza già, da molti anni - dall'altra potrebbero essere proprio un attacco alla piattaforma di video sharing di Google Inc.
Cosa accadrebbe se dal prossimo mese le agenzie di pubblicità e i privati del mondo dell'advertising iniziassero a dar la precedenza a Facebook piuttosto che a Youtube?
Se doveste investire nella promozione di un video, a parità di strumenti, preferireste caricarlo dove i vostri acquirenti bivaccano tutto il giorno o dove fanno delle fuggevoli capatine?
A buon intenditore...