E' vero che fare network aiuta? Probabilmente sì se le connessioni sono giuste. Ma come fare se le conoscenze sono tante, troppe da non ricordare più l'identità delle persone nella propria rubrica o dei collegamenti sui social? Nasce da questo problema Humin, una startup fondata nel 2012 con lo scopo di rendere un po' più umana la rete nel suo instancabile diramarsi.
Addio alla vecchia rubrica
Almeno un paio di smartphone, due o tre profili social, mille riunioni di lavoro e cento attività per il tempo libero. Il risultato? Decine di nuove conoscenze da gestire e memorizzare e una app per farlo: Humin. Il frutto della startup - nata dalla collaborazione di Ankur Jain, Jake Medwell, Jonathan Shriftman, Daniel Pourbaba and David Wyler - integra informazioni provenienti da diverse fonti su ognuna delle connessione dell'utente.
Diventa quindi desueta la rubrica intesa come elenco alfabetico di nomi presto privi di contenuto e viene sostituita da un "assistente personale" in grado di ricordarci il luogo e il giorno del primo incontro e, se integrata con i social, che lavoro fa, quando si troverà in città o verso quale nuova meta sta viaggiando.
Per il team di Humin ogni incontro è un'opportunità da non trascurare: futuri soci? Nuovi clienti? O addirittura sposi?
Humin Rights
L'approccio umano e rispettoso nei confronti di ogni incontro si è tradotto per il team di Humin in una vera e propria filosofia di lavoro, anche attraverso la promozione di una discussione aperta sull'industria tecnologica e la gestione dei dati degli utenti.
Attraverso #HuminRights la startup vuole incentivare la nascita di un movimento di aziende che adottano un approccio etico alla gestione dei dati, come Humin già fa assicurando a ogni utente la privacy nelle conversazioni e in tutti i dati gestiti attraverso l'applicazione. Per rendere meglio l'idea il team di Humin dichiara di gestire le informazioni private di ogni individuo così come gestirebbe quelle di un gigante della finanza.