Manca davvero poco all'evento sportivo più atteso dell'anno: le Olimpiadi invernali di Sochi. La manifestazione, che si terrà dal 7 al 23 Febbraio nella località russa che si affaccia sul Mar Nero, da qualche settimana sta facendo parlare di sé.
Minacce terroristiche a parte, queste Olimpiadi saranno ricordate anche per il clamore suscitato dagli spot che stanno sponsorizzando l'evento. Pare infatti che il popolo del web si sia veramente spaccato in due: quelli che le Olimpiadi le amano e quelli che le Olimpiadi le boicottano.
Da un lato ci sono le campagne pubblicitarie al cardiopalma, che seguono l'approccio Give them a scare. La BBC le apprezza parecchio e prende le distanze dalla NBC, che al contrario preferisce spot alla Make them care dai messaggi che infondono speranza, tenerezza e benevolenza nei confronti degli atleti. Come si fa a non amarle, quindi, queste Olimpiadi, raccontate così? Natura contro Uomo. Uomo contro se stesso. Uomo contro altri Uomini.
Poi ci sono gli sponsor che, nolenti o volenti, stanno facendo indignare l'altra metà dei naviganti. Uno su tutti, quello di Coca Cola, accusata di omofobia, che sta rendendo la vita difficile a chi deve gestire una vera e propria crisi sul piano della comunicazione.
Non ti vogliamo costringere a prendere una posizione. Vorremmo che esprimessi una tua personale opinione sugli spot che stai per vedere. Abbiamo raccolto infatti, quelli che ci sono sembrati i più significativi.
Buona visione!
I am the dreadful menace, parola di Lord Tywin Lannister
L'hai riconosciuto? Sì, è lui, Charles Dance, lo spietato Tywin Lannister della serie Game of Thrones, che dà voce alla Natura, spaventosa minaccia per gli atleti che avranno in vero, un solo temibile nemico: proprio lei, una Natura cinica, che non risparmia fatiche a nessuno e che se può, toglie sogni e speranze.
CREDITS
Agency: RKCR/Y&R
Client: BBC
Executive Creative Director: Mark Roalfe
We are Winter
Una donna androgina sola in mezzo alla neve, atleta dallo sguardo fiero e deciso che lascia le proprie impronte su un manto innevato. Non ci sono punti di riferimento, eppure lei sa benissimo dove andare. Il percorso che conduce alla meta, ce l'ha stampato bene in fronte. E va per la sua strada, a testa alta.
CREDITS
Advertising Agency: Proximity, Toronto, Canada
Executive Creative Director: Jon Finkelstein
Thank you, Mom! P&G ci riesce ancora
E tra gli spot che sicuramente emozionano, non potevamo non citare quello di Procter & Gamble, di cui tra l'altro, aveva già parlato la nostra Elena Silvi Marchini , qui. Accanto ad un atleta, vicino ad un campione c'è sempre una mamma che incoraggia il proprio piccolo, gli asciuga le lacrime, lo scalda, lo coccola e si commuove quando vince.
Credits
Agency: Wieden + Kennedy Portland
Executive Creative Director: Joe Staples
Executive Creative Director: Susan Hoffman
Dove vuoi essere? Ovunque. Visa si racconta in Flying
Amelia Earhart e Sarah Hendrickson. L'una, la prima donna aviatrice della storia, la seconda sky-jumper, già vincitrice della prima edizione della Coppa del Mondo del salto con gli. Che cosa hanno in comune? Entrambe hanno volato dove prima potevano osare solo gli uomini. D'altra parte Visa, che vuole rilanciare il proprio brand, lo dice chiaramente: "Everywhere you want to be".
Agency: BBDO New York
Client: Visa
CCO, Worldwide: David Lubars
Executive Creative Director: Toygar Bazarkaya
Executive Creative Director: Don Schneider
Made of more, la scelta di Guinness
Fazzoletto pronto all'uso, per questi 65 secondi di spot della Guinness. La storia è vera e racconta la scelta di vita due sorelle gemelle biathlete, Tracy e Lanny Barnes. La prima si qualifica alle Olimpiadi, la seconda, invece, che si è ammalata in Italia, in Val Ridanna per le qualificazioni, non entra nella rosa dei candidati. Che cosa fa, allora, Tracy? Cede il suo posto a Lanny. Non è da tutti sacrificare il sogno di una vita, così. Senza pensarsi troppo. Entrambe hanno fatto la loro scelta e Guinness ci ricorda che sono proprio le nostre decisioni, a rivelare chi siamo.
CREDITS
Client: Diageo Guinness
Agency: BBDO New York
Chief Creative Officer, Worldwide: David Lubars
Chief Creative Officer, New York: Greg Hahn
Executive Creative Director: Tom Darbyshire
Mc Donald's e l'hashtag #cheerstoSochi
Mc Donald's ci ha provato. Con la sua campagna di social media marketing ha tentato di coinvolgere i fan di tutto il mondo, invitandoli a mettersi in contatto con i propri beniamini sportivi utilizzando l'hashtag su Twitter #cheerstoSochi. L'idea non era cattiva. Peccato però che gli attivisti LGBT, in difesa dei diritti gay, non l'abbiano presa troppo bene, tant'è vero che hanno letteralmente "preso in prestito" l'hashtag per sensibilizzare l'opinione pubblica sull'omofobia in Russia. Gli sponsor, d'altra parte erano stati avvertiti: "Your logos and marketing will appear alongside every event, indelibly linking your brand to what happens in Sochi", così ricordava una lettera inviata loro dalla HRC (Human Rights Campaign) ad agosto 2013.
Coca Cola: hai digitato gay? Deve esserci un errore
Caduta di stile per Coca Cola, che è proprio scivolata laddove non doveva scivolare. Vista l'aria che tira a Sochi, considerate le persecuzioni e la repressione nei confronti degli omosessuali, ecco che, neanche a farlo apposta, la bevanda più famosa non riconosce il termine Gay. E da qui il caso Coca Cola.
E pensare che si trattava solo di condividere virtualmente una lattina, digitando il nome di una persona, attraverso Share a coke. Coca Cola però, quasi tempestivamente risponde e per togliersi dall'imbarazzo precisa in un comunicato, apparso sul sito aziendale il 28 Gennaio, che è tutta colpa dell'autogeneratore.
E tu, che ne pensi? Chi si aggiudicherà la medaglia d'oro dello spot più bello di queste olimpiadi invernali?