Quante volte ci siamo trovati in disaccordo con qualcosa detta o fatta da un'azienda? Raramente pensiamo di fare qualcosa a riguardo, soprattutto perché convinti di non avere la possibilità di essere ascoltati. Non è il caso di una ragazzina che ha scritto al CEO di Apple, Tim Cook, ed ha ricevuto un risposta nel giro di un'ora.
L'ultima cosa che la quindicenne Becca Gorman, figlia di due donne omosessuali, avrebbe pensato di poter leggere sul vocabolario del suo MacBook Pro è la definizione di "gay" come "ridicolo", "stupido".
Una sorpresa che non ha lasciato di sasso la ragazzina, la quale ha invece prontamente inviato una lettera all'azienda per esprimere il proprio disappunto.
"Ipotizzo siate una compagnia gay-friendly e che vogliate che nessun vostro prodotto sia offensivo come quella definizione. Anche con l’aggiunta della precisazione “informale”, questa definizione normalizza la stortura svilente che molte persone associano alla parola gay".
La risposta della mela tecnologicamente più conosciuta al mondo non ha tardato ad arrivare. In meno di un'ora, un responsabile ha provveduto a contattare telefonicamente la quindicenne dichiarando quanto la Apple fosse sotto shock per l'accaduto e che sarebbe seguita una immediata cancellazione. Attualmente però la definizione poco felice non è stata ancora modificata, probabilmente si dovrà attendere un aggiornamento del software.
A poco sono valse le scuse dell'azienda e l'impegno sociale dimostrato fino ad oggi in tema di diritti degli omosessuali in quel di Cupertino, d'altronde si sa quanto il popolo di internet non perdoni facilmente queste "sviste".