Centinaia di milioni di utenti attivi mensilmente, in ufficio, a casa, in viaggio. Prima di FaceTime, di Google Hangouts, c'era Skype, che è ancora il servizio di riferimento per la maggioranza dell'utenza. Negli ultimi giorni Skype ha rilasciato l'ultimo video della serie "Family Portrait", testimonianze di persone le cui esistenze sono state fortemente segnate da questa tecnologia.
Skype ha un forte posizionamento sul mercato dovuto in particolare all'innovazione che ha introdotto nel campo delle telecomunicazioni, anche se tecnologicamente ha alcuni limiti rispetto a servizi simili. Ma il suo business core, cioè la possibilità di connettere facilmente persone sparse per il mondo, è rimasto coerente nel tempo e ha permesso al servizio di rimanere tra i più amati. Per questo Skype punta sempre, nella sua comunicazione, sullo storytelling.
Storie di persone che entrano in contatto su Skype. Storie che, come nel caso di questo video, nascono su Skype: Sarah e Paige sono due adolescenti che condividono un handicap, che costituisce anche il motivo grazie al quale si sono conosciute online all'età di otto anne, quande le rispettive madri cercavano in rete qualcuno che avesse in comune la loro stessa situazione.
Da allora, le due ragazze non si sono mai lasciate. Nonostante non si siano mai incontrate, Sarah e Paige condividono tutto, grazie ad una tecnologia che riesce a colmare i chilometri che le dividono. Il video racconta quindi in prima persona la storia delle due, un racconto iper-simbolico sulla capacità di connessione resa possibile da Skype.
Voi cosa ne pensate di questa formula di comunicazione? La trovate efficace, coinvolgente, o non vi piace l'idea che storie tanto potenti vengano utilizzati a fini di marketing?