“Se fondate una startup volendo farla assomigliare all’IBM, siete fuori dal mercato” .
Con questa frase Steve Blank, importante imprenditore californiano, nonché professore all’Università di Standford, introduce il concetto di bootstrapping, secondo il quale per fondare una startup occorrono regole completamente diverse rispetto a quelle necessarie per una grande azienda.
Questo vale sia per le startup che possono contare su finanziamenti esterni, sia per quelle che devono contare solo sulle loro forze per crescere e raggiungere i propri obiettivi.
Il bootstrapping consiste principalmente nell’arte di avviare un business tramite l’ausilio dei risparmi e delle competenze personali, affidandosi alle proprie capacità e cercando di raggiungere il più velocemente possibile il break even point (punto di pareggio in cui i costi e i ricavi del nostro business si incontrano).
Concentrarsi sul progetto, non sugli investitori
Molti aspiranti imprenditori impiegano tantissimo del loro tempo alla ricerca di investitori non preoccupandosi sufficientemente dello sviluppo della propria idea.
Il focus principale all’inizio deve invece essere sempre lo sviluppo del business e il raggiungimento degli obiettivi primari di un’azienda, quali la formazione di una base clienti e la creazione di liquidità.
Nella fase di avvio basarsi solo sulle proprie finanze e sulla capacità dell’impresa di generare liquidità, costringe gli imprenditori ad identificare ed a risolvere tutti i problemi che possano minare l’efficienza della startup; fare bootstrapping non permette infatti la presenza di inefficienze produttive, comunicative o di qualsiasi altro tipo.
Al contrario poter contare subito su finanziamenti esterni rischia di portarci a tralasciare molti dettagli e a badare poco al perfezionamento di tutte le attività, ignorando errori che possono venir trascurati a causa della presenza di una cospicua fonte di denaro a disposizione.
L'importanza della flessibilità per una startup
La ricezione di seed d’investimento da parte di finanziatori esterni rischia di ridurre in maniera rilevante la flessibilità dell’azienda.
Aprire un’azienda altamente innovativa si sostanzia spesso in un’avventura decisamente movimentata; è facile infatti essere costretti a cambiare rotta ed a modificare le proprie strategie in corso d’opera per seguire le dinamiche del mercato. Gli investitori esterni possono invece ostacolare questi repentini cambi di rotta, non comprendendone a fondo le motivazioni e costringendo gli imprenditori a seguire le strategie iniziali nelle quali i team possono aver perso fiducia.
Essere immobili e scarsamente flessibili in contesti turbolenti e dinamici come quelli ad esempio dei settori dell’alta tecnologia può essere fatale. Il bootstrapping permette, soprattutto all’inizio, di tenere aperta ogni porta e di essere ricettivi e pronti a seguire ogni singolo stimolo proveniente dall’ambiente esterno.
Le sei regole del bootstrapping
Secondo un interessante articolo del professore americano della Fletcher School Amar Bhide, pubblicato da Harward Business Review, i bootstrappers necessitano di un’ impostazione mentale differente da quella imperante nel del mondo delle grandi aziende.
L’articolo suggerisce che per abbracciare la mentalità del bootstrapping è importante seguire queste sei regole:
- Essere subito operativi: agire ti permette di cogliere alcune nuove opportunità, cosa che prima non avresti potuto fare
- Perseguire progetti che generano flussi di cassa in tempi brevi e che possono quindi permettere di raggiungere velocemente il break even point: business che creano immediati guadagni, anche non rilevanti, acquistano credibilità agli occhi delle altre persone
- Offrire un prodotto di alto valore e grande originalità, facendo in modo che queste caratteristiche vengano facilmente percepite dai potenziali clienti: è piu facile vendere un prodotto che offre dei vantaggi tangibili sulla concorrenza;
- Tenere la crescita sotto controllo: espandersi solo al tasso che si può affrontare e controllare;
- Focalizzatevi sulla liquidità: un bootstrapper non può permettersi di vendere in perdita all’inizio, ma deve cercare di avere un margine minimo che gli permetta almeno di coprire i costi e finanziare la crescita;
- Capire quando spendere e quando fare economia: investire solo su ciò che crea davvero un vantaggio competitivo.
Queste sei regole costituiscono l’architettura sulla quale il bootstrapping si sviluppa: tenerle a mente aiuterà chiunque voglia aprire un proprio business a focalizzarsi sugli aspetti più importanti evitando di perdere la rotta con il rischio di far fallire il proprio business.