Altre volte ho avuto il piacere di potervi parlare di iniziative della mia amata terra d'origine, la Basilicata, ed oggi l'occasione si mostra perfetta per farlo ancora.
Infatti per il tema del marketing turistico e della promozione del territorio, l'estate lucana non verrà ricordata soltanto come il tempo delle sagre "politicamente corrette" o della meta perfetta per un Digital Diary internazionale, ma anche per la possibilità di praticare uno sport estremo sulla punta più alta d'Europa.
Sto parlando del Volo dell'Angelo, un attrattore unico in Italia capace di richiamare viaggiatori, curiosi e appassionati da tutti i paesi europei, soprattutto giovani da Francia e Spagna, che non ha nulla a che vedere con bungee jumping, paracadutismo e affini.
È qualcosa di completamente diverso, ma inutile cercare troppe parole nel tentativo di descrivere questa esperienza: il mio consiglio spassionato è di provarla in prima persona o, per lo meno, venire ad osservarla direttamente (per decidere di volare!).
Scommettiamo che poi vorrete rifarlo? È capitato a tutti gli amici che ho portato lì.
Il Volo dell'Angelo in Basilicata è un'impresa strategica sotto molti punti di vista: non crea semplicemente business per se stessa, ma ha permesso, direttamente e indirettamente, la creazione di una logistica di commercializzazione di prodotti servizi affini e complementari al Volo, tale da poter dire che questa attività sia contemporaneamente anche marketing per il turismo, per le diverse attività sportive che si possono praticare sulle Piccole Dolomiti Lucane e per la conoscenza del territorio, rimasto in gran parte vergine rispetto alle opere di urbanizzazione e industrializzazione della provincia.
Mi è piaciuto approfondire questi temi con Nicola Valluzzi, amministratore unico della società consortile Volo dell'Angelo, il quale non si è risparmiato aprendoci dati e misurazioni sugli affari del Volo.
Quali valutazioni (economiche, turistiche, disposizione di fondi pubblici) sono state fatte quando si è deciso di investire in Basilicata con il progetto "Volo dell'Angelo"?
"L’idea del volo nasce e si alimenta agli inizi degli anni 2000 in coincidenza con l’avvio del ciclo di programmazione comunitario 2000-2006, che conteneva, tra le opportunità, la previsione di un apposito strumento di investimento rivolto a promuovere idee o iniziative di sviluppo turistico in un ambito comprensoriale.
I Comuni di Castelmezzano e Pietrapertosa, da anni, avevano intrapreso percorsi di valorizzazione turistica senza mai riuscire ad esaltare la capacità di comunicazione e l’attrattività di un paesaggio fantastico e di due borghi dall’architettura urbana esclusiva.
L’idea di accomunarne il destino e di collegarli materialmente con un “filo” attraverso un attrattore di nuova generazione capace di realizzare il sogno più antico dell’uomo ci sembrò straordinario.
E così con un ristretto nucleo di giovani amministratori locali dei due Comuni, vincendo ritrosie campanilistiche e superando consuetudinarie logiche di investimento pubblico infrastrutturale, decidemmo che il Volo dell’Angelo poteva cambiare la prospettiva di un territorio sconosciuto ma dalle straordinarie potenzialità.
Il progetto fu integralmente finanziato dall’Unione Europea per un milione di euro".
Qual è l'utente target del Volo dell'Angelo?
"L’utente di riferimento ha un età compresa tra i diciotto e i quarantacinque anni, ma abbiamo avuto anche ultraottantenni temerari, senza particolari distinzioni tra uomini e donne e soprattutto di ogni nazionalità, continente e censo.
Senza esagerazioni, ma il Volo dell’Angelo è un fenomeno planetario.
Da quest’anno il volo in coppia apre l’esperienza a target diversi, per esempio genitori e figli insieme".
Qual è stato l'impatto del Volo dell'Angelo sul territorio fino ad oggi? Cioè quanta occupazione è stata creata? Quanto turismo è stato rilanciato? Quali altre nuove opportunità lavorative sono nate secondariamente al Volo?
"L’impatto da questo punto di vista è stato sorprendente e superiore ad ogni aspettativa.
Il Volo dell’Angelo occupa per il periodo di apertura ventisette persone che a vario titolo sono preposte all’organizzazione, alla promozione, al funzionamento degli impianti ed alla gestione tecnica, fiscale e finanziaria dell'attrattore.
Le presenze sul territorio annualmente sono vicine alle centomila ricomprendendo nei numeri anche i periodi di chiusura dell’impianto.
Prima del 2007 nei due Comuni vi erano: due alberghi/ristoranti, due B&B, due agriturismi, due trattorie. Oggi a distanza di sei anni vi sono tre alberghi/ristoranti, un albergo diffuso a Pietrapertosa con 14 unità abitative, tre agriturismi, dieci bed and breakfast / affittacamere, quattro trattorie, due pizzerie al taglio, negozi di prodotti tipici e souvenir, oltre ad altre attività commerciali.
Molte persone sono indecise se volare o meno e la domanda più frequente è "ma sarà sicuro?": quali norme garantiscono la sicurezza di questo sport?
"Non ci sono indecisioni da parte dell’utenza. Chi viene a volare conosce perfettamente il funzionamento degli impianti, le caratteristiche e l’assoluta sicurezza dell’esperienza. Il sistema è assoggettato ad una rigorosa e giornaliera verifica del protocollo di idoneità di imbracatura, carrelli e cavo. Tutto certificato e controllato da un ingegnere responsabile di esercizio dell’attrattore e da un tecnico responsabile della sicurezza".
Che tipo di comunicazione è stata fatta per la promozione del Volo dell'Angelo?
"In realtà il principale strumento di promozione del Volo è stato il passaparola , la condivisione su You Tube dell’esperienza con centinaia e centinaia di video postati, la forza indeterminata dei social network e poi i giornali ed i principali periodici di costume e società nazionali ed internazionali, le grandi televisioni italiane e del resto del mondo che spontaneamente hanno raccontato in vario modo questo attrattore, l’emozione del volo e lo straordinario paesaggio delle Dolomiti Lucane.
Ed è proprio il contesto ambientale l’elemento veramente unico ed esclusivo di questa esperienza.
L’impianto era già stato realizzato sette anni prima in Francia senza aver avuto la stessa dirompente forza comunicativa ed eguale successo. Dopo il Volo dell’Angelo altri territori in Italia ed in Europa hanno provato o stanno provando ad emulare la stessa esperienza ma finora a nessuno è riuscita quella straordinaria combinazione tra l’emozione del volo a quattrocento metri dal suolo, nel punto massimo di profondità, e la visione dall’alto di un panorama irripetibile tra picchi d’arenaria, natura selvaggia e due paesi di pietra costruiti da mille anni nella roccia".
Abbiamo notato che la gestione dell'informazione, delle prenotazioni del servizio al cliente negli anni è stata man mano completamente digitalizzata: è stato un passaggio ben accolto dall'utenza o vi sono state difficoltà?
"La gestione del sistema di acquisto dei biglietti e di prenotazione è stata sempre on line. Nel tempo il sistema informatico si è evoluto, ma l’idea che ogni singolo utente potesse scegliere il giorno e l’ora del volo si è rivelata vincente e gradita alla clientela.
Con una punta di orgoglio posso dire che il sito www.volodellangelo.com negli ultimi tre anni è stato visto da oltre 1.000.000 di visitatori unici, con oltre 4.000.000 di pagine aperte e con una redditività di circa 0,60 a visita, se commisurata al numero di biglietti acquistati on line nel triennio.
Un risultato difficilmente eguagliabile da altri eventi analoghi ed al di sopra di ogni originaria previsione".
Quali sviluppi futuri dobbiamo attenderci dal Volo dell'Angelo?
"Il volo in coppia è stata una innovazione, in sei anni di esercizio oltre 65.000 voli eseguiti e nonostante l’attuale difficile crisi economica, la tendenza per l’anno in corso è in evidente crescita.
L’anno prossimo, sulle Dolomiti Lucane, sarà realizzata una via ferrata tra le più lunghe e le più suggestive d’Europa che come il Volo con un sistema di arrampicata accessibile a tutti, collegherà via roccia i due Comuni di Castelmezzano e Pietrapertosa. Un’opportunità aggiuntiva ed un attrazione in più per venire a visitare le Dolomiti Lucane".
Io non aggiungerei altro a questo punto, se non un'ultima testimonianza dei miei amici che, quando mi hanno raggiunta lì, hanno detto di aver provato, per la prima volta nella loro vita, la famosa sindrome di Stendhal.