A chi di voi è capitato lo spiacevole inconveniente di parcheggiare la bicicletta senza più ritrovarla al ritorno? Ma, ancor peggio, visitando un mercatino dell'usato, a chi è capitato di ritrovare la propria bicicletta in qualche bancarella?
Purtroppo questi episodi, in apparenza tragicomici o grotteschi, sono in aumento. Peggio ancora, stanno diventando un'abitudine piuttosto "italiana" per spendere meno, in concomitanza con il positivo trend che vede la mobilità sostenibile come finalmente sentito dalla popolazione.
Sotto la Mole è partito un progetto di marketing volto a sensibilizzare le persone verso questa tematica.
Domenica 19 maggio è iniziata "Io non compro la tua bici" la campagna indipendente di promozione culturale curata dall'Associazione ME.LA, in collaborazione con l'Associazione Bike Pride e Tangerine Lab, che ha curato il concept e la parte grafica del progetto.
Favorevole la bella giornata di sole, il primo punto di distribuzione è stato il Parco del Valentino a Torino: centinaia di piccoli depliant sono stati appoggiati sui manubri delle biciclette parcheggiate. Ogni pieghevole racconta una breve storia illustrata: il concetto chiave è quello di non comprare mezzi di dubbia provenienza. Il pieghevole contiene inoltre un elenco "smart" di alcune regole e buone pratiche per assicurare il proprio veicolo in fase di sosta.
Si vuole sensibilizzare su quel circolo dannoso per cui il derubato accresce il mercato nero delle biciclette acquistando a sua volta cicli rubati.
La risposta da parte del pubblico al lancio dell'iniziativa si sta dimostrando positiva. I ciclisti, incuriositi dai volantini, si dicono favorevoli alla diffusione di una campagna il cui unico obiettivo è quello di educare ad un acquisto consapevole.
"Io non compro la tua bici" oltre ad avere una fanpage Facebook, è anche un hashtag.
A questa prima giornata di sensibilizzazione, seguiranno ulteriori uscite di distribuzione in zone della città ad alta concentrazione di ciclisti. Perché non stimolare l'orgoglio di chi possiede una bicicletta "pulita" con un marchio che ne consenta l'identificazione?
"L'obiettivo è creare una comunità di persone consapevoli rispetto a questa tematica" - ci spiegano Matteo Nigrotti e Marco Agagliati di ME.LA - "Anche in periodo di crisi rubare non è giustificato, e il mercato nero delle biciclette è un concetto profondamente sbagliato, va troppo in antitesi con la mentalità progressista legata alla mobilità sostenibile. "Io non compro la tua bici" è un modo per dissuadere le persone dall'acquisto illegale, l'obiettivo è creare una cultura legata all'ambiente, alla legalità e alla trasparenza. Sono le buone pratiche e i cambiamenti virtuosi che determinano il cambiamento: anche con un piccolo investimento si può comprare una bicicletta "in regola". Ringraziamo in particolare il Bike Pride di Torino per averci reso partner della manifestazione, dimostrando di aderire ai nostri stessi valori".