La tutela della privacy sul Web è un tema spinoso, su cui periodicamente si dibatte. Se persino il presidente di Google, Eric Schmidt, per anni arroccato su posizioni di chiusura, ha aperto al diritto all'oblio su Internet ("ci vorrebbe il tasto cancella"), vuol dire che la situazione è più delicata di quanto sembri.
E, in effetti, in pochi sembrano dare peso alla questione, soprattutto fra gli utenti. Ogni giorno lasciamo sparsi per il Web molti dei nostri dati sensibili, con una leggerezza preoccupante. Si pensi al caso di Mat Honan, giornalista di Wired Usa defraudato in poche ore della maggior parte dei dati online.
L'infografica di HostGator, chiamata sinistramente "1984 in 2013", elenca una serie di numeri su cui riflettere. I cookies, ad esempio: il 50% dei siti più popolari li utilizza per avere informazioni sull'utente.
L'introduzione dell'Internet Protocol IPv6 ha reso più semplice tracciare l'attività dei navigatori. E ancora: più di 6 milioni di password rubate da Linkedin, 400.000 da Yahoo, per non parlare poi di tutti i dati su di noi, sui nostri amici e sui nostri parenti che affidiamo ai social network senza pensarci troppo.
L'infografica dà anche qualche consiglio per evitare guai: scegliere una password diversa per ogni account, non accedere a profili personali da computer pubblici, attivare le notifiche dei cookies, attivare le restrizioni sui social, Facebook in primis.
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