"Per vestirsi male non serve seguire la moda, ma aiuta." Ottavio Missoni
Sumirago oggi piange il suo simbolo: il padre del marchio Missoni, Ottavio Missoni, si è spento all’alba di oggi all’età di 92 anni nella sua casa adiacente al Quartier Generale della Griffe fondata 60 anni fa.
Missoni: una realtà animata da 250 dipendenti che tiene alto il Made in Italy nel settore della moda a livello internazionale. E la moda internazionale oggi piange un uomo simbolo di eleganza, stile ed umiltà, dopo aver recentemente pianto la scomparsa del figlio Vittorio nella tragedia di Los Roques, in Venezuela, lo scorso 4 gennaio in un tragico incidente aereo dalle cause ancora ignote.
Quest’anno era il 60esimo della Griffe Missoni: Il marchio del “zig zag”, il suo segno distintivo.
Vediamo di dedicare un tributo ad uno dei vanti della moda italiana attraverso le immagini e la storia della Griffe.
La storia della Griffe
Nel ’58 la comparsa alla Rinascente di Milano della prima collezione. 17 manichini con indosso abiti dal motivo che avrebbe contraddistinto il marchio negli anni e nel mondo. Il successo fu immediato. Nel '66 la prima sfilata di moda; nel '69 l'apertura dello stabilimento a Sumirago nel Varesotto, tutt'ora sede dell'azienda, con vicino la villa dove abita tutt’oggi la famiglia Missoni.
Nel 1970 il sogno americano per i Missoni si avvera con il primo punto vendita aperto a New York da Bloomingdale’s. Le sfilate si spostano da Palazzo Pitti alle passerelle milanesi e la stampa impazzisce. Nel '78 i 25 anni vengono celebrati con una mostra itinerante. Nell’83 il Teatro alla Scala affida alla firma Missoni opera e balletto. Ed è l’inizio di importanti collaborazioni.
Negli anni ’90 il rinnovamento del top management e l’inizio di una nuova stagione di successi con un' impronta più fresca: quella del figlio Vittorio - il commerciale - la sorella Angela - la creativa – ed il fratello Luca – il tecnico.
Negli anni la gamma di prodotti si arricchisce di accessori, fragranze, biancheria, tessuti, componenti d’arredo, fino ad un hotel extra lusso aperto nel 2009 ad Edimburgo, oltre ai successivi luxury hotel in Kuwait, Oman e a Dubai.
I segni distintivi del marchio Missoni
Niente cronache o mondanità. Il silenzio del gossip attorno alla famiglia. Si è parlato sempre e solo del marchio e del famoso intarsio policromo che lo ha contraddistinto. Un’idea innovativa nel campo dei tessuti originata da un telaio, il Raschel, usato per la produzione di scialli, che i genitori di Ottavio Missoni importarono nel mondo della maglieria.
Il “put together” ed il patchwork sono stati l’innovazione che ha portato al successo della maglieria di lusso.
Lo zig-zag, i motivi etnici e le geometrie, fino ai cari jaquard fiammati.
Colori vivaci, mescolati, accostati audacemente per ottenere un prodotto misurato e preciso, senza eccessi e sbavature. Lo stile a fiori, righe e rombi ovunque, dai cappotti, alle camicie, alla biancheria per la casa.
Un catalogo composto da abbigliamento uomo e donna, ed il comparto Home.
La sezione abbigliamento è la più antica. Le collezioni uomo e donna sono famose nel mondo soprattutto per i maglioni. I maglioni del brand sono un must in un guardaroba di classe, ma leggero. Chic ma non snob, potremmo dire.
La filosofia dietro al successo del marchio
“Casa e bottega” era il motto di Ottavio e della moglie Rosita. Famiglia ed azienda in un connubio unico e speciale che ha, forse, determinato la forza del marchio. I valori familiari, la cultura tradizionalista, il sostegno degli affetti come propulsore nascosto - ma non troppo – di un marchio che ha fatto la differenza e ancora oggi l’estero ci invia per il pregio delle sue creazioni.
Il marchio racconta la storia familiare: è un album dei ricordi che traspone sulle trame dei tessuti i volti ed i ricordi della famiglia, raccontando una storia d’amore. Amore per la vita, amore per il lavoro, amore per la famiglia.
Il fondatore del marchio inconfondibile per i rombi, lo zig-zag ed il trionfo di colori sapientemente accoppiati era, infatti, anche uno sportivo – ex atleta azzurro finalista ai Giochi di Londra del ’48 nell’atletica leggera – ed un grande lavoratore - insignito dell’onorificenza di Cavaliere del Lavoro nel 1993 - a dimostrazione di come dietro un grande marchio spesso si nasconde una grande personalità, che trae ispirazione da ogni fonte, che profonde impegno con dedizione, che riesce ad eccellere in differenti campi, con l’impegno e la convinzione.
Forse sono questi gli insegnamenti che occorrerebbe trarre da questo personaggio della storia della moda italiana. Perché l’Italia possa vantarsi di altri nuovi esempi di pregio. Per continuare a farsi riconoscere all’estero per l’esclusività dei propri prodotti piuttosto che per altro.
Il Made in Italy non perderà uno dei suoi portabandiera. Il sogno Missoni continuerà, ma senza colui che lo ha reso possibile.