E se il vostro supermercato di fiducia chiedesse proprio a voi quali prodotti vorreste vedere sugli scaffali?
Pensereste a un nuova trovata pubblicitaria, l'ennesimo tentativo di coinvolgere i consumatori solo per avere un po' di visibilità? Presupponendo che non sia così, ed è questo il caso, sareste davvero in grado di rispondere?
Noi popolo di consumatori, manipolato dalla comunicazione, siamo sicuri di sapere che quello che acquistiamo è realmente ciò che ci piace?
A porsi il problema sono stati i danesi. A domandarlo una nota catena di supermercati SuperBrugsen che ha da poco lanciato una nuova iniziativa diretta ai suoi clienti, i quali sono chiamati a segnalare al supermercato quali prodotti di produzione locale vorrebbero trovare sugli scaffali. A quanto pare i danesi hanno le idee chiare, dato il successo dell'iniziativa che ha presto fatto il giro del mondo.
Tre sono i principi alla base di questa attività: mangiare sano, spendere meno e sostenere l'economia locale. La maggior parte degli alimenti in vendita provengono da multinazionali e/o piccole-medie imprese non locali, portando dunque a un aumento del costo del prodotto, dell'emissione di anidride carbonica, a danno della qualità e freschezza del prodotto e delle imprese locali.
Da qui per l'appunto l'iniziativa di SuperBrungsen. Andando sul sito internet della catena di supermercati, compilando una semplice form, i consumatori possono indicare uno o più alimenti prodotti da un'azienda locale oppure segnalare direttamente il produttore (sempre locale), aggiungendo qualche riga di spiegazione sulle motivazione per cui SuperBrugsen dovrebbe collaborare con il produttore segnalato.
Un team di manager "assaggiatori" avrà l'ingrato ruolo di testare la qualità dei prodotti segnalati, inserendoli o meno nella gamma di prodotti presenti sugli scaffali del supermercato. La società si augura di inserire fino a 500 nuove etichette locali nei 250 store presenti su tutti il territorio nazionale.
Quest'iniziativa non è isolata ma rientra in un clima di cambiamento che sta coinvolgendo il settore della distribuzione.
L'esigenza dei consumatori di spendere meno, la maggiore attenzione all'alimentazione, la salvaguardia e la tutela del territorio e la necessità di risollevare l'economia locale, sono i fattori che hanno portato a un ritorno a quella che può essere definita la tradizionale forma di distribuzione: dal produttore al consumatore. In quest'ottica sono nate realtà importanti quali Farmigo/a> e Jenuino, che si sono fatti interpreti di un'esigenza generata dal nostro tempo.
Mentre la tecnologia si sta evolvendo verso forme "intelligenti", pensiamo ai robot, alla automaticità di molti settori, il ritorno alla collettività e al rapporto base consumatore - produttore nella distribuzione alimentare è da considerarsi un'evoluzione o un'involuzione?