"Non bisogna mai dir male della buona società; solo chi non ne fa parte ne parla male", ammoniva Oscar Wilde. Tenetela presente questa frase, mentre leggete del caso di alto tradimento appena avvenuto nel grande mondo di Asmallworld. Una storia - su cui gli inquirenti mantengono lo stretto riserbo - che minaccia di scuotere alle fondamenta il mondo dei social network. E una storia sulla quale Ninja Marketing è in grado di diffondere notizie esclusive, ma andiamo con ordine.
Asmallworld (per chi non lo conoscesse o per chi nel frattempo era impegnato a scrivere i cartelloni "Siamo il 99%") è il social network dell'esclusività: per entrare hai bisogno di un invito personale, raro quanto una Kelly. Regole stringenti, raccomandazioni chieste sottovoce, sguardi di superiorità da parte di chi vi è iscritto da più tempo di te, gare a suon di miglia frequent flyer nel Geolocator. Le regole del servizio citano persino il divieto di compravendita di account, un mercato nero foraggiato senza alcun dubbio da Klout.
Asmallworld vuole essere il discrimine digitale tra buona e cattiva società, il myspace dei milionari insomma. Fondato nel 2004 da Erik Wachtmeister, giustappunto ricco, biondo-svedese e figlio di.
Un posizionamento di nicchia che finisce inevitabilmente per contrastare con i modelli di business sostenibili a lungo termine. Facebook & Co. ci abituano a ragionare in termini di reach, fan, follower, più persone parlano di te meglio è. Per crescere bisogna fare proselitismo, ma l'1% del mondo resta pur sempre tale. Ad un certo punto, per coerenza, bisogna sbarrare l'ingresso col cordone di velluto rosso. Ed il momento è arrivato in questi mesi, quando Asmallworld è arrivato a quota circa 850,000 membri:
Ma a destare scalpore è l'annuncio di ieri: non solo i golden ticket sono stati tutti già trovati, ma per Asmallworld si rende necessario fare pulizia interna. Bandire gli scemi del villaggio digitale, quelli non in linea con la vision del sito, scritta ad Aspen in un giorno soleggiato di marzo.
Per non tradire quello "spirito unico di apertura di Asmallworld", occorre chiudersi. E adesso è caccia agli epurati: scarti della società social, parvenus 2.0 che si siedono un tavolo prenotato da altri. Ma chi sono e soprattutto di quali colpe si sono macchiati a tal punto da meritare l'esilio?
Ninja Marketing ha raccolto intelligence da fonti che preferiscono restare anonime. Vi possiamo rivelare in via esclusiva che ad essere cacciati saranno quei membri:
- che ancora pagano per il wifi negli hotel
- che non hanno un clutter specialist
- che si vantano di avere i Google Glass versione 1.0
- che non rimuovono le chiavette USB in modo sicuro
- quelli che sono su Best of All Worlds
- chi ha una foto profilo con la bottiglia gigante di champagne
- quelli coi trolley rumorosi Update: quelli coi trolley
- chi ha spifferato ai 4 venti quel posticino per il brunch a Cabo San Lucas
- quelli con le Hogan
- Tiger Woods, Lindsay Lohan e Gianni Minà
Possono invece restare:
- quelli che la sera non fanno check-in nei locali ma sono i locali a fare check-in in loro
- i vip member di Uber
- quelli che hanno un iPhone (5) per trovare l'iPhone (5)
- quelli iscritti a lacrosse da almeno 25 anni
- quelli che non hanno mai ordinato un cosmopolitan
- quelli che si fanno tagliare i capelli solo da Norman Foster
- quelli che sanno creare il giusto equilibrio tra finestrino ed aria condizionata sulla Lambo
- quelli che sanno veramente come Pippa Middleton organizza le feste
Siete stati eliminati? Suvvia, consolatevi, uscite all'aria aperta: si sa che l'unico vero arbitro di vita è solo il campo da golf.