Quattro architetti e colleghi di vita, riuniti nel collettivo MUAoffice. Visionari, iperattivi, nottambuli, sono legati e motivati giorno dopo giorno dalla volontà di migliorare le città attraverso interventi creativi e soluzioni innovative, facendo leva anche sull’utilizzo delle nuove tecnologie.
Raffaella Amistà, studentessa d’architettura e artista, è l’instancabile Graphic Designer da sempre appassionata di arti visive e modellazione tridimensionale. Daniele Cannatella, pianificatore territoriale e urbanista, nonché musicista e scrittore, è lo smanettone Web Designer, con esperienza nella creazione di siti internet e file multimediali. Eduardo Mignone, architetto e designer, è il valido CEO, già co-founder di un noto studio di architettura e urbanistica e da anni tutor di giovani progettisti. Sabrina Sposito, pianificatrice territoriale e urbanista, è l’internazionale Marketing Manager, recentemente eletta Chief Chapter and Communication Officer di un’università americana.
Sono loro, gli architetti di MUAoffice, uno dei team finalisti della Battaglia delle idee con l'idea di business di Make Your City. La loro idea è nate però altrove. Dove? Ce lo racconta Sabrina.
Come è nata la vostra idea? In cosa consiste?
La competizione d’idee “Vulcanica-mente, dal Talento all’Impresa”, indetta dal Comune di Napoli, ha lanciato nel febbraio 2012 la sfida che avrebbe di lì a poco spostato le frontiere della nostra conoscenza, fornendoci nuovi strumenti per ripensare le città tradizionali.
Abbiamo gareggiato con una prima intuizione – una piattaforma d’incontro tra designer, imprese di progettazione, pubbliche amministrazioni e cittadini – poche righe appuntate su un block notes e presentate per gioco. Paradossalmente, ne siamo usciti col progetto di un gioco, nel senso letterale del termine, e una bozza di piano finanziario.
Ora stiamo gettando le basi della vera e propria startup, Make Your City, un videogame sulle città reali che rende cittadini e pubbliche amministrazioni i veri protagonisti della competizione tra città e raccoglie fondi per trasformare le migliori proposte degli utenti in progetti urbani concreti. Il connubio tra virtuale, sogno e realtà che cercavamo da tempo.
Quali sono le prospettive/difficoltà in Italia per una startup nel vostro settore?
L’urbanistica è ancora legata a strumenti antiquati e lenti, quando potrebbe invece trarre giovamento dall’utilizzo dei social media e di strategie di marketing non convenzionale, allo scopo di rendere i progetti urbani delle vere e proprie costruzioni sociali.
L’idea del videogame sulle città reali nasce da qui, dalla volontà di offrire ai territori uno strumento per promuoversi, dare visibilità alle risorse e coinvolgere cittadini e amministrazioni nella progettazione degli spazi.
I videogame di questo tipo, quali Cityville o Simcity, permettono di giocare con città immaginarie, tutte basate sulla griglia a scacchiera americana e non hanno altro fine se non intrattenere l’utente. Perché, allora, non giocare con le proprie città e, magari, continuare il gioco nella realtà vedendo realizzate le proprie idee? Potrebbe essere una sfida anche per l’industria italiana dei videogame, che stenta a decollare.
Dove vi vedete tra 1 anno?
La tecnologia si sta diffondendo a velocità sempre maggiori, in ogni settore del business e in ogni campo della vita. Contiamo di introdurla a pieno regime anche nel campo dell’urbanistica partecipata, affiancandola non sostituendola a metodi più canonici.
Nel volgere di un anno puntiamo a portare a termine diversi progetti a cui stiamo lavorando: primo fra tutti, il videogame “Make Your City”, ma anche il booksharing a Napoli “The Book I Read”, il tappeto srotolato per le vie della città “The Red Carpet”, e tutto ciò che la nostra mente partorisce.
MUAoffice è un laboratorio di idee in cui poter avviare sperimentazioni sulle città, perché piuttosto che trasformare il sogno in realtà, miriamo a rendere la realtà più simile al sogno e fare di ogni cittadino un fruitore, spettatore e creatore di mondi possibili.