Minimali, colorati e certamente ad effetto. I personaggi di PacMan escono dal mondo a 8 bit firmato Atari e tornano in una nuova veste tutta da raccontare. Il rigore militare ed i toni della propaganda prendono vita in alcuni poster che mette in luce questo singolare universo infestato dai tanto temuti fantasmini.
Autore di questi propaganda-poster è Joe Baranoski, giovane web designer del Wisconsi, capace di dare vita ad un progetto minimale ma con alle spalle una poetica ben definita che si rifà a temi sia del passato che del presente, attualizzandoli grazie a icone della cultura popolare come i personaggi di uno dei videogiochi più famosi di sempre.
Il suo non è solo un esercizio di stile ben riuscito, ma anche un progetto che mira a mettere in evidenza i limiti, il pericolo ed l'alto livello di influenza di uno strumento sottile e delicato come la propaganda.
Per saperne di più abbiamo intervistato Joe, entusiasta all’idea di raccontare il suo progetto a Ninja Marketing.
Ci puoi raccontare qualcosa di te, del tuo lavoro e del background nel quale si è sviluppato il tuo progetto?
Sono sempre stato interessato nella psicologia che sta dietro alla propaganda. In particolare, quella usata durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale da entrambi gli schieramenti. Pensavo fosse incredibile e spaventoso quanto quei poster fossero ad effetto. Certo, i poster stessi erano ridicoli ma allo stesso molto interessanti dal punto di vista visuale.
Era tanto che volevo giocare con l'idea della propaganda, tanto che avevo anche già fatto qualche esperimento in passato. Il mio lavoro di designer e sviluppatore mi permette di essere creativo, ma mi costringe anche a guardare ad aspetti prettamente pratici. L'arte mi permette di provare nuove cose e allo stesso tempo di trasmettere nuove idee.
Perchè PacMan? Che relazione hai con i videogame?
Ho scelto PacMan per questa particolare serie dedicata alla propaganda a causa del suo approccio semplice e minimalista ai personaggi. Non sono sicuro di cosa mi abbia portato a PacMan in particolare, ma l'idea della propaganda era diventata un'idea che mi ha accompagnato per due mesi con diversi fotografi, fino a che non l'ho realizzata.
PacMan è stato anche il primo gioco con cui ho giocato da bambino con il mio Atari. Non uso molto i videogame, ad eccezione dei giochi mobile che si sono diffusi in questi tempi. Tuttavia sono affascinato dalle storie che vengono raccontate nei videogame nei nostri giorni e di come possono essere immersive.
Perchè hai associato PacMan con il tema della propaganda?
Onestamente non ci sono associazioni ed è stato grazie alla stimolazione visuale se ho finito per usare PacMan ed i fantasmi. L'idea era sfruttare un'icona della cultura popolare per mostrare come possa essere potente la propaganda. La mia idea è continuare questo progetto con altre icone della cultura popolare ed insieme con la fotografia. L'idea è portare alla luce temi sia passati che presenti, presentandoli con una luce differente.