Jeppe Hein è un’artista danese fissato per l’acqua. O meglio, è lo strumento che utilizza per creare dei muri in cui intrappolarci lo spettatore.
Esagoni, triangoli, quadrati, sono le forme base degli spazi creati dall’artista. Vetro e acqua gli elementi principali. Il meccanismo delle installazioni funziona così: il visitatore si avvicina all’opera e alcuni sensori fermano lo sgorgare dell’acqua. Una volta che il visitatore è all’interno dell’installazione l’acqua ricomincia a fuoriuscire e crea nuovamente un muro.
Lo spettatore, circondato da pareti di acqua e vetro, è allo stesso tempo vedente e veduto, è osservatore ma anche parte dell’opera.
Il lavoro dell’artista, che ultimamente ha realizzato una delle sue installazioni al quartiere Garbatella di Roma, affronta direttamente l’esperienza fisica e psicologica dello spettatore, e le possibilità di interazione sociale che può formarsi tra i diversi visitatori intrappolati nell’opera.