Tutto è cominciato inaspettatamente, con la rottura di una quotidianità che sembrava rassicurante, ma che invece nascondeva una bomba pronta ad esplodere.
Ferito nell’orgoglio e nella dignità Mohammed Bouazizi, a soli 26 anni, si dava fuoco davanti al municipio di Sidi Bouzid, un piccolo paesino della Tunisia. Questa gesto così disperato ha fatto da apripista a quello che sarebbe stato l’inizio della “Rivoluzione dei Gelsomini”.
Dal quel dicembre 2010 le proteste si sono estese a macchia d’olio, partendo dalla Tunisia ed arrivando sino all’Egitto, Libia, Yemen e non solo.
Queste poche righe non sono altro che una breve cronaca di un pezzo di storia contemporanea, la quale pur essendo ancora parzialmente in corso lascia una piccola speranza di ripresa.
Di quest’ultima, infatti, ne è la dimostrazione concreta la Tunisia: perla del Mediterraneo, tappa di svariate crociere e meta apprezzata dai turisti di tutto il mondo.
Con la fine della Primavera araba la Tunisia si rimette in carreggiata, puntando su tutti i suoi lati migliori: dai siti archeologici (ben otto, riconosciuti dall’Unesco) alle meraviglie offerte da Madre Natura, dalle specialità della gastronomia al fascino dei bazar nelle medine.
Gli ultimi dati effettivamente lasciano sperare in una ripresa: il graduale ritorno alla normalità ha contribuito a registrare nei primi mesi del 2012 un leggero aumento delle prenotazioni ed in più, il ministero del turismo tunisino si sta adoperando ad offrire, sul mercato del settore, oltre al classico connubio “mare a buon prezzo” l’aggiunta di qualcosa in più.
Questo plus consiste infatti nell'offerta di una vacanza in un paese ricco di storia, cultura, siti archeologici ed esperienze affascinanti ed avventurose nel deserto.
Una delle ultime attività di marketing turistico effettuate dalla Tunisia per rilanciare la propria immagine post-Primavera araba consiste nella messa in onda del classico spot che presenta tutte le meraviglie del luogo.
Immagini con calde nuance di luoghi e volti, accompagnate dalle note di un pianoforte in poco più di trenta secondi, per spronare i potenziali turisti a “riscoprire la Tunisia”.
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Forse una tattica banale o troppo classica, che tenta di far finta di nulla ed ignorare tutta la paura che c’è stata in Tunisia e negli animi di chi avrebbe voluto visitarla, ma non ne aveva il coraggio. Oppure, probabilmente, l’unica alternativa per coloro che, desiderando di tornare alla normalità non hanno potuto far altro che comportarsi come se nulla fosse stato, ma nutrendo dentro di sé un grande desiderio di riscatto.